Parco eolico galleggiante fra Otranto e Castro: 100 torri ecco il progetto

Parco eolico galleggiante fra Otranto e Castro: 100 torri ecco il progetto
di Andrea TAFURO
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Martedì 26 Ottobre 2021, 22:58 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 10:07

Energie rinnovabili e mare del Salento al centro del nuovo progetto di parco eolico marino galleggiante annunciato  in conferenza stampa dalle multinazionali Falck Renewables e BlueFloat Energy
Un piano, il secondo in Puglia, orientato sulla strategia della transizione energetica, con investimenti finanziari e possibili ricadute occupazionali sul territorio a partire dal 2026. 

In funzione dal 2030

Dopo l’entrata in esercizio del parco (data ipotizzata il 2030) - stimati dalle aziende promotrici - oltre 150 posti fissi per manutenzione, di cui circa l’80% locali. Dopo aver presentato lo scorso 30 settembre il primo eolico off shore “Kailia” al largo di Brindisi, le due multinazionale guardano alla costa adritica del Leccese e raddoppiano con il progetto “Odra”, indirizzato al tratto a sud di Otranto, compreso tra Porto Badisco e Castro. 
Il mega impianto eolico strutturato per il litorale leccese è gemello rispetto a quello brindisino e prevede circa 100 pale eoliche di 13 Mw ciascuna per una produzione attesa di circa 4 TWh al raggiungimento della capacità installata di 1,3 Gigawatt di potenza, equivalente al consumo di oltre un milione di utenze domestiche italiane.

Dalla costa ad una distanza fra 9 e 24 chilometri

Tra i target ipotizzati dall’azienda anche la riduzione di oltre 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno e la potenziale produzione di circa 90.000 tonnellate di idrogeno verde all’anno. 
Le pale galleggianti hanno un’altezza di circa 250 metri dal livello del mare e dovrebbero essere posizionate in una fascia costiera larga 15 km, a una distanza dalla costa tra 9 km (distanza minima) e 24 km. Le pale saranno suddivise in 4 sottocampi che verranno realizzati in diversi step fino al raggiungimento della capacità massima installata prevista. 
Il punto di connessione a terra, in cui far passare il cavidotto, dovrebbe essere posto nell’area di Santa Cesarea Terme.

Tecnologia che consentirebbe dunque – secondo il progetto “Odra” - il posizionamento delle pale in acque più profonde, come quelle del Mar Mediterraneo, nonché la realizzazione degli impianti senza l’impiego di fondazioni fisse e più al largo rispetto ai parchi eolici marini tradizionali. Questa caratteristica, oltre a minimizzare gli impatti sull’ambiente marino e terrestre durante tutte le fasi del progetto, dovrebbe garantire di intercettare la risorsa eolica laddove è più abbondante, aumentando l’efficienza degli impianti. 

Impianto in 5 anni

Cinque anni i tempi di realizzazione previsti. Progettazione tuttavia ancora in fase embrionale e aperta al dialogo con istituzioni, associazioni ambientaliste e imprenditori del territorio, così come chiarito in conferenza stampa da Kseniia Balanda, direttore generale Odra Energia, Fabrizio Tortora, direttore sviluppo Falck Renewables e Fernando Sada, direttore tecnico BlueFloat Energy. In attesa di depositare la documentazione necessaria all’avvio dell’istanza autorizzativa, per conto della società Odra Energia, le multinazionali hanno quindi avviato la fase della consultazione preliminare (scoping) finalizzata a indirizzare al meglio i contenuti dello studio di impatto ambientale per la successiva procedura di VIA. 

Posti di lavoro: «Fra 1.500 e 4.000»

Sul tavolo del confronto investimenti economici e strutturali importanti per incentivare la moderna tecnologia con l’obiettivo nazionale di decarbonizzare posto al 2030 e creare contemporaneamente nuova occupazione. 
«Come per i progetti tradizionali, e in linea con quanto fatto per Kailia Energia – hanno detto i responsabili delle aziende promotrici – abbiamo già avviato una serie di incontri con gli interlocutori del territorio leccese per instaurare un rapporto continuativo di ascolto e dialogo sulla proposta progettuale, per farne comprendere le specificità e raccontarne le caratteristiche distintive. Tra gli obiettivi la creazione di 1.500 posti di lavoro diretti e fino a 4.000 nei periodi di punta, approvvigionamento locale, ricadute positive sul settore terziario, sostenibilità ambientale, sviluppo dei porti pugliesi, innovazione, ricerca e sviluppo attraverso le collaborazioni con Università e distretti tecnologici».

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