Due microspie trovate nell'ospedale Vito Fazzi di Lecce durante i lavori di ristrutturazione di alcuni uffici. Sono state trovate in due cassette di derivazione dell'impianto elettrico, protette dai rispettivi coperchi di plastica che ne hanno garantito l'integrità ma anche la riservatezza indispensabile per questi dispositivi usati per intercettare le conversazioni nell'ambiente circostante.
CAPACI DI INTERCETTARE LE CONVERSAZIONI
Le microspie erano inattive e in ottime condizioni, come se fossero state usate da molto tempo. Per questo resta un mistero se a piazzarle siano state le forze dell'ordine in qualche vecchia inchiesta condotta dalla Procura (le intercettazioni devono essere autorizzate dal giudice per le indagini preliminari), oppure se abbiano fatto parte di un piano di qualche persona interessata a mettere nei guai i dipendenti di quell'ufficio.
Sono questioni che la polizia chiarirà nelle prossime ore. Questioni che si annunciano delicate. L'indagine, dunque, è appena partita.
L'INCHIESTA E I RILIEVI
Intanto nella giornata di ieri gli investigatori della Scientifica hanno acquisito quelle microspia nell'intervento partito dalla chiamata arrivata alla centrale operativa della Questura dall'impresa addetta alla ristrutturazione di quei locali.
Chi ha scoperto la presenza delle microspie stava lavorando sull'impianto elettrico e ci ha messo poco a capire cosa fossero quegli oggetti estranei nelle scatole di derivazione.
Chi può averle piazzate? Andando indietro nel tempo e prendendo in considerazione le inchieste penali venute alla luce, bisogna ricordare almeno due casi: il primo è quello che scoprì l'accordo sancito poi dalla sentenza di condanna di alcuni medici salentini con il pubblico ministero Emilio Arnesano.
Le microspie piazzate attorno ad un distributore di caffè e bibite captò nel 2018 il piano di corromperlo con due battute di caccia al daino in una riserva della Basilicata, per ottenere il dissequestro di una piscina di una villa di Gallipoli.
Sesso e favori, richiesta di condanna per Siciliano e Narracci
Le microspie furono piazzate dagli inquirenti leccesi ma il fascicolo fu trasmesso a Potenza quando si paventò il coinvolgimento del magistrato (Potenza ha competenza per i reati commessi e subiti dai magistrati del distretto di Corte d'Appello di Lecce).