Insulti al presidente Mattarella: 11 indagati fra impiegati e professionisti. C'è anche un professore universitario. Coinvolto un leccese

Insulti al presidente Mattarella: 11 indagati fra impiegati e professionisti. C'è anche un professore universitario. Coinvolto un leccese
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Martedì 11 Maggio 2021, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 13:06

Offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica e istigazione a delinquere: sono questi i reati contestati dalla Procura di Roma agli undici indagati dell'inchiesta partita lo scorso agosto nei confronti di un 46enne di Lecce, accusato degli stessi reati per i suoi post su Twitter. Offese e insulti sarebbero stati rivolti al Capo dello Stato Sergio Mattarella fra aprile 2020 e febbraio 2021. Oggi, 11 maggio, sono scattate le perquisizioni in tutta Italia. 

«Le investigazioni più recenti – spiega una nota dei carabinieri – hanno consentito di rilevare la diffusione nel web di plurime condotte offensive nei confronti del Capo dello Stato, che appaiono frutto di una elaborata strategia di aggressione alle più alte Istituzioni del Paese.

Numerosi sono stati i post e i contenuti multimediali offensivi rilevati dal Ros tra aprile 2020 e febbraio 2021, anche grazie all’impiego del Reparto Indagini Telematiche, unità specializzata nelle investigazioni telematiche e web, che ha ricostruito la rete relazionale e le abitudini social dei soggetti coinvolti nelle azioni delittuose, di età compresa tra i 44 e i 65 anni - tra i quali figurano impiegati e professionisti».

Le perquisizioni, estese agli account telematici e ai profili social degli indagati, hanno permesso il sequestro di numerosi sistemi e apparati informatici, utilizzati per rivolgere le offese al Capo dello Stato. Inoltre, proseguono gli inquirenti, gli accertamenti hanno consentito di individuare come tre dei perquisiti gravitassero in ambienti di estrema destra e a vocazione sovranista. Uno dei perquisiti, un professore universitario di 53 anni, è risultato in collegamento con gruppi e militanti di ispirazione suprematista e antisemita tramite la piattaforma russa VKontakte, un social network simile a Facebook.

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