Nel Salento è boom di voucher per pagare il lavoro

I voucher
I voucher
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Venerdì 18 Marzo 2016, 11:29
Il lavoro nel Salento si paga con i voucher. E' boom di voucher nel Salento con la provincia di Lecce prima tra le città pugliesi: sono 1milione e 351mila nella provincia di Lecce i vouche rutilizzati secondo i dati della Uil. 
«La crescita dei voucher nel Salento, come nel resto della Puglia, è evidentemente fuori controllo: il rischio, concreto, è che si alteri l’equilibrio tra la flessibilità avocata dalle imprese e le tutele minime per chi lavoro - commenta il segretario generale Uil Lecce Salvatore Giannetto - alla luce dei dati sull’emissione di voucher che, su scala nazionale, dai quasi 536 mila tagliandi del 2008 è passata ad oltre 115 milioni del 2015 mentre, in Puglia, il salto è da 2.443 voucher del 2008 a 5,4 milioni del 2015». 

I settori che utilizzano maggiormente questo tipo di pagamento sono sono: commercio, turismo e servizi (terziario), con quasi il 50% dei voucher emessi. Attività distanti, secondo Uil, da quelle per le quali era nato il pagamento con i buoni, vale a dire lavoro domestico, giardinaggio, attività sportive. Se si analizza, invece, la distribuzione dei lavoratori interessati per classi di età, «si può facilmente notare come si sia passati da un maggior utilizzo del voucher per gli over 50 (nel 2009 1 voucherista su 2 aveva almeno 50 anni) a una prevalenza nella fascia di età under 49, che nel 2014, assorbe l’80 per cento di voucheristi», osserva ancora il segretario Uil Lecce. Con un compensio medio annuo percepito di 417 euro netti percepiti dal singolo prestatore di lavoro.

Mentre preoccupa il binomio tra voucher venduti e province con una palese stagionalità del lavoro. «Con i voucher sarebbe pericolosa – prosegue  Giannetto – la sostituzione dei rapporti subordinati che, grazie alla contrattazione collettiva, presentano tutele che invece non può garantire il lavoro accessorio. E la soluzione di innalzare il tetto massimo di utilizzo a 7mila euro trovata con il Jobs Act – fa notare il segretario - non farà altro che cannibalizzare sempre di più potenziali rapporti di lavoro subordinato attraverso l’utilizzo di questo poco tutelante istituto per il lavoratore (i voucher non danno diritto a malattia, maternità, indennità di disoccupazione in quanto esentati da contributo) che nel tempo produrrà, inevitabilmente, pensioni minime, instabilità lavorativa, bassa professionalità, e un buco fiscale nelle casse dello Stato con un indebolimento del sistema di sostegno al reddito».
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