Muretti a secco demoliti: pietre usate per ancorare gli ombrelloni. Scattano le multe

Muretti a secco demoliti: pietre usate per ancorare gli ombrelloni. Scattano le multe
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Giovedì 14 Luglio 2022, 13:50 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:57

Hanno demolito dei muretti a secco per utilizzare le pietre per ancorare gli ombrelloni in spiaggia. Scattano ordinanza e multe fino a 500 euro. 

Cosa è successo

Alcuni muretti a secco sono stati demoliti per ricavare pietre utili all’ancoraggio degli ombrelloni in spiaggia, con inevitabili conseguenze per il decoro dei luoghi e la sicurezza dei bagnanti. L’amministrazione comunale di Nardò ha emesso un'ordinanza - la n. 454 - per porre fine al deprecabile fenomeno.

L'ordinanza del sindaco Pippi Mellone stabilisce il divieto di utilizzare le pietre che costituiscono i caratteristici muretti salentini, altre pietre naturali, blocchi di costruzione o simili, anche già presenti sugli arenili, per ancorare o zavorrare ombrelloni, tende o altri arredi da spiaggia.


Sono tantissimi i frequentatori di spiagge e scogliere del litorale neretino che con molta superficialità “saccheggiano” muretti, costruzioni e terreni nei pressi della costa per ricavarne le pietre utili a questi fini e per abbandonarle alla fine della giornata al mare.

Comportamenti inqualificabili che provocano danno ambientale, che arrecano un’offesa al decoro dei tratti costieri e che costituiscono un pericolo per tutti e un ostacolo al libero utilizzo dei tratti sabbiosi anche da parte delle persone con disabilità. Sovente, come detto, si tratta di pietre rimosse da muretti a secco, “furnieddhri”, “pagghiare” e “finete” (termini di confine delle proprietà) che inevitabilmente ne restano danneggiati.

 

Oltre ai danni e ai pericoli, l’amministrazione comunale è poi costretta alla periodica rimozione e alla bonifica dei luoghi, con i conseguenti oneri. Per questo si è reso necessario un provvedimento prescrittivo e sanzionatorio, abbinato alla costante opera di sensibilizzazione verso la tutela dei luoghi, soprattutto quelli più fragili a ridosso del mare.
Ai trasgressori del provvedimento, qualora il fatto non costituisca più grave reato, sarà applicata una sanzione fino a 500 euro.
                                                 

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