Bracciante morto nei campi: ribaltato il verdetto, una assoluzione

Bracciante morto nei campi: ribaltato il verdetto, una assoluzione
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Giovedì 25 Gennaio 2024, 14:41 - Ultimo aggiornamento: 18:52

Ribaltato il verdetto di primo grado per uno dei due imputati per la morte di un bracciante agricolo sudanese, nei campi di Nardò. La Corte d’Assise d’Appello di Lecce (presidente Teresa Liuni, a latere Giuseppe Biondi) ha assolto con formula piena, Elsalih Mohamed conosciuto con il nome di Sale, indicato come l’effettivo reclutatore della manodopera straniera. I fatti avvennero il 20 luglio 2015.

La sentenza

In primo grado la Corte d’Assise di Lecce (presidente Pietro Baffa, a latere Maria Francesca Mariano) aveva inflitto, nel novembre 2022, 14 anni e sei mesi di reclusione a Giuseppe Mariano, di Porto Cesareo, datore di lavoro e titolare di fatto di un’azienda agricola e a Elsalih Mohamed. Il primo nel frattempo è deceduto. 
La formula assolutoria per l’altro (e unico) imputato è “perché il fatto non sussiste”. 
Secondo quanto emerse dalle indagini la vittima, il 47enne Muhamed Abdullah, addetto alla raccolta di pomodori, era fra coloro che venivano sottoposti a ritmi sfiancanti per 10-12 ore di seguito. Per la posizione di Elsalih Mohamed, la Corte ha accolto le tesi difensive -  avvocati Ivana Quarta  e Giuseppe Sessa in relazione alla insussistenza in capo ad Elsalih del ruolo di caporale, reclutatore di manodopera in condizioni di schiavitù in concorso con il datore di lavoro.
In primo grado I due imputati erano stati anche condannati al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, da liquidarsi in separata sede, con una provvisionale di 50mila euro per i famigliari.

Oltre alla moglie e la figlia erano costituite la Cgil di Lecce, la Mutti e Conserve Italia. Nessun ristoro dovrà corrispondere ora l’imputato assolto.

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