È morto sabato, perdendo la lotta contro la malattia, Mario Greco: leccese 59enne, padre di tre figli, imprenditore creativo e gestore innovativo di tanti locali che - tra Lecce, la costa adriatica e quella jonica, hanno fatto la storia della movida “made in Salento”. Soprattutto quella che ha caratterizzato gli anni d’oro della provincia di Lecce tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi del 2000. I funerali dell'uomo si sono svolti oggi alla chiesa del Rosario.
Mario Greco, la carriera tra spiegge e locali notturni
Più di un ventennio, quello vissuto da Mario Greco e dai suoi ritrovi, che ha segnato mode e tendenze di un nuovo “concept” di intendere sia la spiaggia che i locali notturni, inventando e soprattutto animando luoghi diventati cult oltre che icone di generazioni che con le loro frequentazioni estive e non solo, li hanno modellati e resi famosi.
Il dolore in città
A ricordarlo tra i tanti, Leo Curasi, storico amico di sempre e compagno di mille avventure. «Mario faceva parte di quella schiera di persone che vanno in collisione con il mondo, con le convenzioni e certe volte anche con sé stessi – racconta emozionato Leo. – Proprio da queste collisioni sono nate tante magie e tanti posti unici, figli dell’imperfetto che stupisce, posti che prima di essere luoghi erano i suoi progetti, erano sogni. Proprio in questo si riconosceva e rispecchiava la nostra amicizia lunga 40 anni – conclude Leo -. Ora sono certo che la sua traccia è ben impressa su questa terra, riconoscibile. Orme indelebili che tanti giovani sapranno fare proprie e sulle quali continuare a creare cammini d sviluppo e soprattutto sogni».
Il ricordo di Foresio
A ricordare Mario Greco anche l’assessore del Comune di Lecce Paolo Foresio e Danilo Stendardo del Road 66 di Lecce. «Va via una persona speciale, un visionario - scrive su fb Foresio -. Ha cambiato la concezione della fruibilità delle spiagge nel Salento, immaginandone una nuova per l’epoca, senza le tradizionali cabine, impensabile in quegli anni. Ha immaginato e realizzato posti che ancora oggi sono un pezzo importantissimo dell’offerta e hanno fatto da apripista: la Punta della Suina, l’Oasi, l’Isola, il Kalè Cora, sono solo alcune delle sue creature. Io ho avuto il piacere e l’onore di condividere un pezzo di questo percorso in un paio di stagioni pazzesche a San Cataldo all’Isola e da lì poi un bellissimo rapporto di amicizia. Riposa in pace caro Mario».
Il ricordo di Stendardo
Commovente anche il ricordo di Stendardo. «Erano i tempi in cui si lavorava tanto a Gallipoli. Ci conoscemmo una sera di tre decenni fa su una spiaggia di Mancaversa in una delle tue splendide invenzioni e dall’ora ci salutavamo con il rispetto di chi aveva fatto qualcosa per far emergere il nostro Salento in anni molto complicati. Tu su tutti - conclude Stendardo - per tanti di noi eri un guru da imitare. Onore a te Mario e grazie di tutto. Un altro mito leccese se ne va. Che la terra ti sia lieve».