Mafia, fiumi di droga al quartiere Stadio: in 16 scelgono il rito abbreviato

In due hanno patteggiato la pena, altri due sono stati rinviati a giudizio

Mafia, fiumi di droga al quartiere Stadio: in 16 scelgono il rito abbreviato
3 Minuti di Lettura
Martedì 9 Maggio 2023, 20:13

In 16, inclusi i personaggi ritenuti di maggior rilievo, hanno scelto di essere processati con rito abbreviato. In 2 sono stati rinviati a giudizio dal gup Maria Francesca Mariano, mentre altri 2 hanno scelto di patteggiare. Si è chiusa così l’udienza preliminare del procedimento denominato “Game Over”, nato da un’inchiesta su presunti traffici di droga nel quartiere Stadio e nella zona 167 b di Lecce

Hanno scelto di essere processati con rito abbreviato: Pasquale Briganti, Aleandro Capone, Francesco Capone, Nicolò Capone, Daniele De Vergori, Maurizio Elia, Carlo Gaetani, Nicolò Greco, Giuseppe Guido, Domenico Persano, Nicola Pinto, Enzo Quaranta, Gianluca Stella, Carlo Zecca, Simone Zimari. Patteggiamento per Senad Ahmetovic (4 anni) e Silvia Renna (1 anno e 8 mesi). Rinviati a giudizio Giovanni Laera e Giampiero Schipa. 
Il blitz risale all’aprile del 2022.

Furono arrestate 17 persone, ritenute vicine al presunto “boss” Maurizio Briganti (pure scarcerato).

Le accuse

Le accuse a vario titolo ipotizzate nell’inchiesta sono mafia, traffico di droga, estorsioni e spaccio. Le indagini, coordinate dalla Dda, furono condotte dalla Squadra mobile della polizia. Stando alla narrazione, la 167 B sarebbe stata il luogo in cui sarebbero state reclutate le giovani leve, uno degli aspetti salienti dell’inchiesta, perché avrebbe dimostrato a parere degli inquirenti la capacità del clan di rigenerarsi dopo le decimazioni subite negli anni dalle operazioni ed i processi Pit, Augusta, Network, Eclisse e Final Blow. Per il resto, il nodo centrale del procedimento è il narcotraffico. Lo smercio di sostanza stupefacente che, dicono gli esperti, resta comunque il business principali di tutte le articolazioni della Sacra corona unita, pur nelle sue mutazioni avvenute in epoca moderna.

Dell’inchiesta Game Over si fa cenno nell’ultima relazione al parlamento della Direzione investigativa antimafia, dove si parla di traffici orbitanti attorno alla zona 167 B di Lecce. Operazione che in fase di indagine avrebbe fatto emergere «come il capo indiscusso della consorteria sia stato in grado di gestire dal carcere le attività illecite del clan, documentando anche l’affiliazione dei nuovi sodali con i rituali tipici delle organizzazioni criminali di stampo mafioso e le promozioni degli affiliati già appartenenti alla sacra corona unita. Oltre alle estorsioni in danno di ambulanti e di attività commerciali». E si attribuirebbe una certa egemonia al clan “Briganti”, il cui principale esponente (Pasquale, detto Maurizio) è stato scarcerato dalla Corte di Cassazione. 
Le difese sono sostenute dagli avvocati: Ladislao Massari, Antonio Savoia, Marco Caiaffa, Stefano Prontera, Giuseppe De Luca, Pantaleo Cannoletta, Paolo Cantelmo, Luigi Covella, Raffaele Benfatto, Renata Minafra, Giancarlo Dei Lazzaretti, Amilcare Tana, Francesco Vergine.

© RIPRODUZIONE RISERVATA