Lupi nel Salento? L'assessore regionale Maraschio: «Grande opportunità per l'ambiente e il turismo»

Il piano di ricerca

Lupi nel Salento? L'assessore regionale Maraschio: «Grande opportunità per l'ambiente e il turismo»
di Anna Manuela VINCENTI
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Martedì 25 Luglio 2023, 05:00

Una visita al Centro di Ricerca Nazionale Ecosistemi Terrestri di Lecce dell’assessora regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio per parlare della presenza dei lupi nel Salento come un’opportunità, anche per il turismo. Si è svolto ieri un tavolo di discussione dove i ricercatori hanno avanzato una proposta di gestione per giungere ad una convivenza tra l’animale e l’uomo.
«La presenza di grandi predatori sul territorio regionale comporta delle criticità gestionali che se ben affrontate possono aiutare l’opinione pubblica a comprendere il fenomeno evitando di generare importanti problemi di interazioni tra le specie, come recentemente successo nella gestione degli orsi in Trentino. La ricolonizzazione da parte del lupo del Salento può essere vista come una grande opportunità sotto l’aspetto naturalistico, socio-ambientale e conoscitivo», ha dichiarato l’assessora Maraschio.

I ricercatori

La presenza dei lupi nel nostro territorio, assenti da oltre un secolo, secondo i ricercatori testimonia come l’ecosistema territoriale del Salento sia in buono stato di salute. «Al Cnr Iret di Lecce fa molto piacere - ha sottolineato il responsabile Alberto Basset - essere proponente di iniziative sul lupo perché è un centro di ricerca sugli ecosistemi terresti. Un’azione collegata con il ruolo che Cnr Iret svolge a livello nazionale e nel Salento, in collaborazione con un’altra realtà importante che è un’infrastruttura europea di ricerca, LifeWatch Eric, ospitata dall’Università del Salento. Un’infrastruttura che sviluppa servizi per la ricerca su biodiversità ed ecosistema Citizen Science. In questo caso una mappa di conoscenze sullo stato e sulle caratteristiche funzionali dei lupi sul territorio italiano».
«Non abbiamo dati scientificamente certi sulla distribuzione del lupo nel Salento. Molti animali sono ormai stanziali, riproduttivi. Quanti sono? Da dove provengono? Cosa mangiano? Quanto sono ibridati col cane? Sono domande tutte aperte - ha aggiunto il ricercatore Francesco Cozzoli, responsabile del progetto -. È stato bello spingere per una ricerca di conoscenza per capire meglio la situazione e trovare un’amministrazione interessata alla fase conoscitiva».
Il prossimo passo sarà presentare un piano che preveda una serie di linee guida per una pacifica coesistenza tra uomo e lupo. «Noi - ha continuato Cozzoli - vorremmo cucire un abito per il Salento con delle azioni calibrate al luogo.

Cercheremo di far capire che il lupo è una risorsa, complicata da gestire, ma estremamente importante nella gestione degli ecosistemi, perché controlla la proliferazione dei cinghiali, da noi suidi selvaggi. Il lupo può essere un catalizzatore dell’attenzione pubblica e risorsa per l’ecoturismo (attraverso associazioni naturalistiche escursionistiche) può creare uno spirito identitario dato che lupa è nello stemma della città di Lecce e presente nella cultura iconica nel Salento». Il Salento pianeggiante con un numero ridotto di branchi permette l’implementazione di piani di gestione più sicuri; monitoraggio costante e automatizzato di mezzi di comunicazione e social networks. Da qui l’idea di geo referenziare e creare una piattaforma virtuale e apps di citizene science dedicate alla segnalazione del lupo e delle sue tracce da parte dei cittadini, che potranno così sentirsi parte di un prodotto scientifico.

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