Pub e negozi, è tolleranza zero: «Via i bidoncini dalle strade»

Pub e negozi, è tolleranza zero: «Via i bidoncini dalle strade»
di Paola ANCORA
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Giovedì 19 Maggio 2016, 07:02 - Ultimo aggiornamento: 15:58
Decine di bidoncini. Sistemati sui muretti di recinzione dei palazzi, sotto i porticati addossati alle colonne, vicino alle aiuole (ma lontano dalle porte d’ingresso di pub e ristoranti), lungo i marciapiedi, in periferia come nel centro storico. È questo il problema - di rispetto delle regole, igiene e sicurezza, decoro e pulizia - che il Comune dovrà risolvere nei prossimi mesi per garantire la bontà e l’efficienza del servizio di raccolta “porta a porta”.  Eliminati i cassonetti verdi, strade e piazze sono state invase dai bidoncini assegnati alle utenze non domestiche, come ristoranti e negozi, e ai condomini. Non si sa dove metterli. E, quel che è peggio, fra circa due settimane il “porta a porta” arriverà anche nel cuore commerciale di Lecce, in piazza Mazzini, dove i bidoncini della differenziata finirebbero accanto alle vetrine delle boutique.
 
Il capitolato d’appalto prevede in maniera inequivoca che quei bidoni multicolore vengano tenuti all’interno dei locali e negli spazi comuni, sempre interni, dei condomini. Non sulla strada. Palazzo Carafa ha provveduto ad emanare un’ordinanza per obbligare tutti a tenerli dentro, specificando anche che è vietato sistemarli là dove avviene «il pubblico passaggio», quindi proibiti marciapiedi, portici e corti, dove vandali e randagi potrebbero entrare in azione. Ma dopo tanti mesi attenersi alla regola è rimasta impresa difficile, qualche volta impossibile. «L’architettura moderna - spiega il responsabile per l’esecuzione del contratto, il funzionario comunale Pasquale Gorgoni - prevede per le utenze non domestiche spazi specifici per la collocazione dei bidoni della spazzatura, ma negli edifici datati questi spazi non erano previsti». E quindi la maggior parte di palazzi e palazzine i bidoni proprio non sanno dove tenerli. Così succede di ritrovarsene 13, in fila, a due passi da piazza Sant’Oronzo (solo 8 autorizzati, ha specificato l’assessore al ramo Andrea Guido). E di passeggiare per andare al mercato di Settelacquare e incrociarne altri 16, tutti in fila. Due passi in centro bastano a capire che i controlli, qui, sono più assidui: ogni tanto si incrociano bidoncini, sistemati alla meno peggio dietro le auto, dietro le siepi o là dove un tempo c’erano i cassonetti verdi per l’indifferenziato. [FI]«Bisogna valutare caso per caso - dichiara l’assessore Guido - e dove non si possono sistemare i carrellati comuni, provvedere a distribuire pattumelle individuali. Anche perché, come nel caso segnalato dal vostro giornale dei bidoni sistemati a ridosso dell’ex Banco di Napoli, con la bella stagione si provvederà a mettere i tavolini fuori. In ogni caso, episodi simili stanno diminuendo rispetto al periodo in cui il servizio è partito, un anno fa».
A un passo dal completamento dell’avvio del servizio in tutta la città, forte del 51% di raccolta differenziata raggiunta, l’amministrazione intende quindi muoversi su due fronti. Il primo: intensificare i controlli - la media delle multe comminate per abbandono di rifiuti o scorretto posizionamento dei bidoncini è di 60 sanzioni al mese - e verificare condominio per condominio la possibilità di sostituire i carrellati comuni con pattumelle singole, punto essenziale, questo, specie in vista dell’estensione del “porta a porta” anche a piazza Mazzini.
Il secondo fronte riguarda pub e ristoranti: [/FI]«Abbiamo riattivato - dice ancora Gorgoni - il servizio di “ecomobile”, la cui attività sarà anche intensificata con tre ritiri dell’organico al giorno. Pensiamo anche di raddoppiare la frequenza della raccolta della plastica, rispetto a quanto previsto dal capitolato originale». Ma quanto costerà intensificare il servizio rispetto a ciò che è previsto nel contratto firmato con la Monteco della famiglia Montinaro? [FI]«Per il momento - aggiunge Gorgoni - la modifica del calendario di raccolta avverrà in via sperimentale e l’impresa non ci ha chiesto alcunché. Ma bisognerà poi mettersi a tavolino e discuterne». Basti dire che l’anno scorso, quando il servizio “ecomobile” fu messo a punto per tamponare l’emergenza rifiuti nel centro storico nel pieno della stagione estiva, il Comune ha pagato a Monteco “fuori sacco” circa 40mila euro per tre mesi.
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