Lecce a rischio dissesto, parla Paolo Perrone: «Salvemini avrebbe dovuto ascoltarmi, ma anche io tifo per il Comune»

Lecce a rischio dissesto, parla Paolo Perrone: «Salvemini avrebbe dovuto ascoltarmi, ma anche io tifo per il Comune»
di Paola ANCORA
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Sabato 4 Dicembre 2021, 20:12

«Avrebbe dovuto ascoltarmi, ma spero che vinca, che il Comune superi questo momento difficile». Paolo Perrone ha lasciato da tempo la scena politica, tornando a fare l'imprenditore. Ma se le Sezioni riunite della Corte dei Conti confermassero il giudizio negativo dei giudici contabili sul piano di riequilibrio del Comune, anche lui finirebbe sotto accusa, insieme a Carlo Salvemini: con il dissesto, infatti, si aprirebbe in automatico l'indagine contabile su eventuali negligenze e responsabilità dolose nel default di Palazzo Carafa. E i due rivali di sempre si troverebbero - ironia della sorte - dalla stessa parte.
Paolo Perrone, quanto si sente responsabile di questa situazione? Rifarebbe tutto quanto ha fatto da amministratore pubblico?
«Non mi sento affatto responsabile. Sono ancora oggi convinto che nel 2017 il Comune non fosse nelle condizioni di dissesto e sono convinto non lo sia nemmeno oggi: paga i fornitori, garantisce servizi, ripiana i debiti. In questa vicenda, c'è però un errore d'origine, che rimarcai dai banchi della minoranza, quando sedevo in Consiglio comunale: il sindaco Salvemini, senza nessuna sollecitazione, ha deciso di affrontare un piano di riequilibrio. Se ti metti in casa un giudice contabile non sai mai come va a finire. Tanto più che quel piano nasceva dalla volontà di Salvemini di anticipare l'applicazione di una norma che sarebbe entrata in vigore l'anno successivo e che consentiva di accendere al Fondo svalutazione crediti per far emergere e ripianare le minori entrate derivanti dai crediti non esigibili».
E cosa c'era di sbagliato?
«Non aveva senso accelerare: sapevo che sarebbe arrivata una norma per rendere più agevole il ripiano di quelle somme, norma che infatti è stata inserita nel decreto Milleproroghe del 2019 stabilendo il recupero del maggiore disavanzo derivante dai crediti non esigibili in 15 anni. Hanno seguito questa strada Torino, Napoli, senza dover accedere al pre-dissesto. Ma ripeto, il punto fondamentale è che se prendi un impegno con un giudice contabile, poi devi essere in grado di mantenerlo».
Fra il 2017 e il 2019 c'è stata una crisi politica, si è tornati al voto e, al netto di quanto avvenuto, non pensa sia sbagliato ridurre tutto a una mera questione tecnica o procedurale? Il punto politico è: chi ha maturato tanti debiti?
«L'ho conclamata io quella massa di debiti, nel 2016 e se tornassi indietro rifarei tutto quello che ho fatto. Sono io ad aver risolto problemi che si trascinavano dagli anni Novanta: Boc, Leadri, via Brenta, la transazione sul filobus, il ricorso contro la Spending review che ci ha permesso di recuperare circa sei milioni di euro l'anno. La Corte dei conti, però, si concentra anche sull'attuale gestione amministrativa, dal 2017 al 2020, evidenziando un aggravamento del deficit: su questo mi consenta di fare una valutazione di contesto».
Prego.
«La mia Giunta ha usato legittimamente il Fondo di anticipazione di liquidità, poi bocciato dalla Consulta. Così i 30 milioni presi in prestito dovranno essere restituiti in dieci anni anziché in 30. È chiaro che si è aperto un problema, ma la Corte dei Conti non lo ha considerato. Non solo. Ho passato la notte a leggere la delibera: come possono i giudici contabili considerare il 2020 e il 2021 come anni ordinari, quasi che non sia in corso questa pandemia? Al netto del vizio d'origine di cui parlavo, anche per me questa delibera è stata un fulmine a ciel sereno».
Insomma, ci sta dicendo che difende Carlo Salvemini?
«I conti andavano ripianati, non da oggi, da decenni. Un ragionamento diverso avrebbe permesso all'attuale sindaco di risolvere la situazione contabile con maggiore lucidità e senza incappare in situazioni come questa, ma i giudici contabili hanno letto male la situazione.

Ritengo ci siano seri presupposti per vincere il ricorso che l'amministrazione ha annunciato. Da leccese non posso che tifare per il Comune, sperando che la spunti».

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