Lecce ore 22: strade vuote e silenzio dopo il coprifuoco

Lecce ore 22: strade vuote e silenzio dopo il coprifuoco
di Francesca SOZZO
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Venerdì 6 Novembre 2020, 22:31 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 09:20

Ore 22, scatta il coprifuoco. Lecce si spegne, come le altre città d’Italia. Strade vuote e silenzio. Null’altro. 
“È giunta mezzanotte, si spengono i rumori, si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè. Le strade son deserte, deserte e silenziose” cantava Domenico Modugno nel lontano 1958. A distanza di 62 anni, nel 2020, anno del covid, Lecce appare spettrale. Il Dpcm impone il divieto di circolazione dalle 22. La città si ferma. Si svuota anche dei rumori. E in un freddo venerdì di novembre, le luci e il brusio della città barocca lasciano spazio solo allo sconforto. È ciò che prova l’Italia intera. Scatta il coprifuoco. In strada solo forze dell’ordine, medici, i riders di deelivero che lavorano tutta la notte. Titolari dei locali che rientrano a casa con quel poco guadagno incassato.
 

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La timida ripresa dell’estate aveva lasciato ben sperare, il lockdown sembrava ormai essere un ricordo. E invece: la curva dei contagi che continua a salire in maniera incontrollata (ieri in provincia di Lecce: 106 nuovi positivi al Covid19 in più rispetto a giovedì, con 862 attualmente positivi in Provincia di Lecce) tanto da costringere il governo a intervenire con nuove misure. 
Puglia zona “arancione” con criticità medio-alta: tutti in casa non ci sono altre strade da percorrere per limitare i contagi.

Il silenzio, misto a rassegnazione soprattutto per il comparto economico, si taglia con un coltello. Le luci illuminano le strade vuote, il cuore del centro storico smette di battere: la movida del fine settimana cancellata con un colpo di spugna. Serrande abbassate. Posti di blocco per controllare le autocertificazioni di quanti si avventurano nella notte in strada per motivi di salute e lavoro. Inizia così il lungo lockdown che porterà fino al 3 dicembre quando il governo tornerà nuovamente ad esprimersi.

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