Cave di Marco Vito, il "grande giardino" al traguardo. Nuzzaci: «Apertura prima dell'estate»

Cave di Marco Vito, il "grande giardino" al traguardo. Nuzzaci: «Apertura prima dell'estate»
di Stefania DE CESARE
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Giovedì 13 Aprile 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:05

Ultime rifiniture con opere di sistemazione del verde pubblico. Poi la consegna del cantiere e il collaudo. E infine l’inaugurazione, in programma prima dell’estate. Un traguardo che sembra essere a un passo. Il 2023 per Lecce dovrebbe essere l’anno del Parco delle Cave.  L’apertura del grande polmone verde del quartiere Ferrovia è inserita da tempo nell’agenda del Comune (la progettazione delle ex cave di Marco Vito è datata 2010) ma il giardino è sempre in attesa di essere aperto al pubblico. 

L'annuncio di Nuzzaci: «Cantiere finito, apertura prima dell'estate»

«I lavori sono ultimati – afferma l’assessore Nuzzaci -. Ormai ci siamo. Stiamo facendo le ultime verifiche. Poi potrà esserci l’inaugurazione». Un’oasi di sette ettari adiacente alla stazione ferroviaria, dove un tempo si estraeva la materia prima del barocco leccese. Un luogo che racconta la storia dell’attività estrattiva della città oggetto di un piano di valorizzazione e riqualificazione a cui oggi manca un tassello per essere completato.
«Abbiamo ultimato le opere di sistemazione del verde – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Marco Nuzzaci –.

Si è proceduto con la piantumazione di alcune essenze e il ripristino di altre. Mancano ancora pochi dettagli ma entro questa settimana l’impresa dovrebbe consegnare i lavori. Dopodiché si aprirà la fase legata al collaudo. Mi auguro di chiudere celermente gli ultimi passaggi. Vorremmo aprire quanto prima, magari proprio per l’estate». 

Il progetto dell'archistar Alvaro Siza

Non è la prima volta che si fanno proclami sul Parco delle Cave. La metamorfosi delle ex cave è una delle tante eterne incompiute della città. Per anni questo grande spazio, che ospita al suo interno la Masseria Tagliatelle, è stato trascurato e trasformato in una vera e propria discarica a cielo aperto. L’obiettivo iniziale era proprio quello di recuperare questo enorme spazio e trasformarlo in un parco pubblico. Ma l’area a distanza di anni non è ancora fruibile. La storia del progetto del Parco delle Cave prende forma nel 2010 con l’approvazione in Consiglio comunale del progetto definitivo per la riqualificazione paesaggistica e ambientale, redatto dall’archistar Alvaro Siza e dal suo gruppo di lavoro e che prevedeva la realizzazione del parco urbano (con area per spettacoli, infopoint, caffetterie), del ponte su via del Ninfeo (come collegamento con il nuovo ingresso della stazione ferroviaria) e della Città dell’Arte e della Musica (che non vedrà mai la luce in quanto i fondi necessari per la realizzazione – 50 milioni di euro - non sono mai stati intercettati). Un recupero imponente realizzato con 4 milioni di euro dalla Regione Puglia nell’ambito del “Programma integrato di rigenerazione urbana 2007-2010”, a cui si sono aggiunti i 4 milioni e mezzo del “Piano nazionale per le città” dal Ministero delle infrastrutture per il ponte e i circa 680mila euro rivenienti da alcune economie da utilizzare per il completamento del parco. 

I lavori

L’avvio della prima tranche di lavori per il Parco delle Cave è datato gennaio 2012. Due anni per concludere gli interventi, terminati ufficialmente nell’ottobre 2014. Poi una serie di proclami, tra aperture “imminenti” e problemi burocratici. L’avvio di nuovi cantieri (2019) per il completamento del grande giardino cittadino e una nuova tegola, con lo stop dei lavori a causa dell’interdittiva antimafia che aveva raggiunto la ditta vincitrice del bando di gara. Una serie di intoppi che hanno rallentato (e di molto) la consegna dei lavori. A quanto pare, però, il traguardo sembra essere a un passo. Oltre alla piantumazione di nuove essenze, negli ultimi mesi il Comune ha portato avanti anche il programma delle opere minori di potenziamento e manutenzione straordinaria delle reti viarie e interventi infrastrutturali. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello legato alla realizzazione di un sistema di raccolta e separazione delle acque reflue di scarico civile che attualmente recapitano nella galleria di drenaggio in via Codacci Pisanelli. 
«Come amministrazione non vediamo l’ora di restituire alla città il parco urbano, un’area verde di circa sette ettari che sarà fruibile in tutta la sua bellezza – conclude Nuzzaci -. Purtroppo ci sono stati grossi ritardi a causa di situazioni non prevedibili. Ma ormai siamo alle battute finali».
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