Non solo Lidl, fuori legge «altri 4 o 5 supermercati»

Non solo Lidl, fuori legge «altri 4 o 5 supermercati»
di Paola ANCORA
4 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Ottobre 2019, 21:15 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 16:08
Non solo Lidl. Di casi simili a quello del colosso tedesco dei discount, a Lecce ce ne sono «altri 4 o 5», ha pubblicamente confermato il Comune. Casi nei quali, cioè, negli anni passati il permesso a costruire è stato concesso in virtù di una interpretazione ampia delle norme urbanistiche comunali, interpretazione bocciata dai giudici del Consiglio di Stato. Lo scorso maggio, infatti, proprio i giudici di Palazzo Spada hanno messo fine a un lungo contenzioso fra Discoverde, società che gestisce una serie di supermercati in città, Comune e Lidl, stabilendo che i permessi concessi dall'ente al megadiscount sono illegittimi, così come lo è, quindi, la licenza commerciale, già ritirata in autotutela dall'ufficio Attività produttive di Palazzo Carafa. Il sindaco Carlo Salvemini, a luglio, con una ordinanza ad hoc, ha quindi ordinato a Lidl di smaltire le scorte e chiudere entro 30 giorni, ma la società ha impugnato il provvedimento, senza tuttavia a ottenerne la sospensione: pende ora il giudizio nel merito della chiusura disposta dal Comune e proprio ieri, mentre in commissione Urbanistica si dibatteva di se e quali soluzioni la Giunta potrà trovare all'intricata questione, a Roma si svolgeva l'udienza di merito, il cui esito si conoscerà fra qualche tempo.

Lidl, una maxi sanzione per evitare la chiusura: vertice in Comune
Il Comune contro il mega discount: «E' senza licenza, smaltisca le scorte e chiuda»

«L'obiettivo ha spiegato l'assessore all'Urbanistica, Rita Miglietta - è ristabilire in maniera cristallina la potestà pianificatoria del Piano urbanistico, come sancito dal Consiglio di Stato, e quindi risarcire il quartiere delle sue attrezzature e infrastrutture sociali. L'iter procedimentale che ci porterà a questo obiettivo è molto complesso: al momento non abbiamo una soluzione, ma solo un indirizzo politico da perseguire. Insieme ai tecnici degli uffici stiamo valutando diverse ipotesi di risoluzione, consapevoli di dover trovare un equilibrio fra chi siede al tavolo di confronto, che ci auguriamo sia costruttivo: il quartiere, innanzitutto, e l'interesse pubblico; il ricorrente, cioè Discoverde e, in parte, anche l'azienda che ha ottenuto il permesso a costruire». Cioè Lidl, alla quale i giudici del Tar hanno chiarito che la vicenda, dal suo punto di vista, «può avere rilevanza unicamente in una eventuale azione risarcitoria da proporsi dinanzi alla competente Autorità giudiziaria ordinaria». Lidl, insomma, avendo ottenuto il permesso a costruire sulla scorta di una interpretazione rivelatasi sbagliata delle norme urbanistiche da parte del dirigente dell'epoca, Gino Maniglio, potrebbe ora trascinare l'ente in una causa di risarcimento danni. Questo aspetto, e la notizia data dall'attuale dirigente dell'Urbanistica, Maurizio Guido, circa la sussistenza, in città, di 4 o 5 situazioni simili ha spinto il consigliere Pd, Antonio Rotundo a bollare come «quanto meno disattenta» la politica degli ultimi dieci anni a trazione di centrodestra. Tanto più, ha aggiunto, che «a fronte dei 25mila metri quadrati previsti nel Piano del commercio per la grande e media distribuzione, ne sono stati autorizzati circa 37mila, mettendo così in ginocchio il piccolo commercio».
Cosa accadrà ora? Innanzitutto le 4 o 5 attività autorizzate dal Comune con la stessa procedura usata per Lidl, non corrono alcun rischio poiché i permessi di costruire, in assenza di un contenzioso, possono essere ritirati solo entro i 18 mesi successivi al rilascio. Per Lidl, invece, come chiarito da Miglietta, si tenterà di comprendere se e come sia perseguibile la strada indicata dall'articolo 38 del Codice sull'urbanistica che delinea, in casi particolari di abusi, una corsia preferenziale, se così può essere chiamata: tale strada prevede in prima battuta la verifica della possibilità di sanare i vizi formali e sostanziali presenti nella procedura; in seconda battuta, qualora tali vizi come nel nostro caso non siano sanabili, la demolizione del manufatto e, in ultimo, quando anche la demolizione non è fattibile, il pagamento di una sanzione pari al valore dell'immobile da sanare, valore stimato dall'Agenzia del Territorio. Qualunque sarà, alla fine, la strada prescelta «l'assessore ha chiarito dice il consigliere di minoranza, Gianpaolo Scorrano che è intenzione dell'amministrazione sottoporre il provvedimento all'attenzione dell'Aula», all'interno della quale si confronteranno, quindi, anche due stagioni e visioni amministrative diverse su un tema delicato, qual è quello del commercio. «Mi auguro chiude Scorrano che la soluzione transattiva per il caso Lidl sarà condivisa da tutti i soggetti interessati».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA