La rivolta dei lidi: «Da Albania e Grecia concorrenza sleale»

La rivolta dei lidi: «Da Albania e Grecia concorrenza sleale»
di Antonella MARGARITO
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Lunedì 10 Giugno 2019, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 20:26

«La Grecia? L'Albania? Solo concorrenza sleale. Tra noi e loro c'è un mondo in mezzo e i servizi che noi offriamo, lì se li possono solo sognare a partire dalla qualità di un semplice lettino». Della serie: giù le mani dal Salento dell'industria balneare. E così nel dibattito sul caro prezzi nel Salento e in Puglia come fattore cruciale della fuga (per ora prevista dagli analisti del settore) dei turisti verso mete più economiche come i Paesi d'Oltreadriatico è quasi una rivolta da parte dei titolari di lidi di Jonio e Adriatico. Con un presupposto di partenza: niente paragoni perché, a sentire i balneari, «servizi, costi di gestioni e qualità viaggiano su binari differenti».

Mette i puntini sulle i Giuseppe Mancarella, titolare del Lido Mancarella a San Cataldo e presidente di Cna Balneatori che vanta anche molti iscritti nella zona di Gallipoli. «Le spiagge - dice Mancarella - sono tutte belle con le loro peculiarità, però quando parliamo di servizi ci dobbiamo fermare a riflettere. Parto da un dato: i nostri lidi, o almeno i nostri associati, da Gallipoli all'Adriatico, non hanno aumentato i prezzi che sono fermi a qualche anno fa, ma in compenso i servizi sono aumentati. Come si fa a parlare di concorrenza o, se proprio ne vogliamo parlare, diciamo che è concorrenza sleale. Prendiamo l'Albania, ma per la Grecia è praticamente stessa cosa: le tasse sono ai minimi, gli operai lavorano quasi tutti in nero, si paga il 4% di Iva a fronte del nostro 22% e poi magari si fanno pagare il lettino anche 3 euro. Va bene, ma la qualità? Faccio solo un esempio. Nella mia spiaggia lo scorso anno ho cambiato tutti lettini e li messi nuovi con funzione anti-fungo che non trattengono la sabbia. Sapete dove è andato a finire tutto il materiale che ho dismesso? In una spiaggia dell'Albania».

Mancarella apre anche un altro capitolo. «A tutto questo - dice il rappresentante di Cna Balneatori - si aggiunge lo Stato che, invece di venirci incontro, ci martella. Lo Stato è il nostro socio di maggioranza dal momento che prende il 60% dei nostri introiti, prende e non dà, non investe. E, anzi, ci rende la vita difficile con la burocrazia complicata, le norme, le leggi e le leggine, la Asl, la Capitaneria di porto, la Regione, gli stessi Comuni, è tutto uno stritolare. E intanto noi con il rimanente 40% degli introiti dobbiamo pagare personale, le spese e investire e quadrare i conti».

Perché Mancarella su questo non transige: ribadisce che la qualità dei lidi salentini è innegabile e i servizi sono al top tanto che sempre più famiglie vogliono le spiagge con servizi mentre quelle libere si vanno svuotando. «A breve sarà attivato il progetto Puglia Love Family. In spiaggia si troveranno servizi come seggioloni, scalda biberon fasciatoio nei bagni, e persino un braccialetto che ogni bimbo indosserà e si collega con un'App con la quale controlli ogni passo del tuo bambino. Il tutto sempre compreso nei prezzi. In Grecia e soprattutto in Albania te li sogni questi servizi».
Un ragionamento che mette tutti d'accordo nel settore. Vito Vergine, titolare Lido MaldiVe del Salento e consigliere nazionale Sib, mette in fila la qualità dei servizi, la diversa pressione fiscale e i paletti della burocrazia italiana per fare capire che non si possono prendere lezioni da chi non rispetta una serie di parametri. Vergine parte da un commento: «Le previsioni catastrofiche del Sole 24 Ore vengono smentite, come prevedibile, dal primo sole con spiagge affollate con prevalente presenza di stranieri in cerca di servizi di qualità e impennata delle richieste di alloggio. Non nascondiamo il fatto che da qualche tempo molte case vacanze restano vuote, ma ciò dipende da una offerta cresciuta ben oltre il lecito».

Ma il punto è un altro. Le differenze, per così dire, non misurabili. «Non è proprio il caso di considerare i prezzi e i servizi dei Paesi d'Oltreadriatico perchè frutto di regole e fiscalità inesistenti. Quando costoro faranno parte della Comunità normale e saranno sottoposti a regole di civiltà anche in tema ambientale sarà molto diverso. Per quanto ci riguarda, siamo impegnati a migliorare strutture e servizi elevando la qualità generale. Impensabile e dannoso inseguire e praticare la concorrenza sul prezzo, insostenibile e contrario a ciò che davvero serve». Con buona pace di chi rilancia l'allarme sul Salento salato.

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