Stritolati fra tasse e burocrazia, gli imprenditori: «Costretti agli aumenti»

Stritolati fra tasse e burocrazia, gli imprenditori: «Costretti agli aumenti»
di Alessandra LEZZI
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Domenica 9 Giugno 2019, 09:20
Gli imprenditori salentini del turismo rifiutano gli attacchi generici. L'analisi sui paragoni in termini di prezzi con mete turistiche quali la Grecia e l'Albania parte da dati e oneri finanziari che non possono essere sottovalutati.
«E' indubbio che l'Albania possa rappresentare per il nostro territorio un concorrente sul fronte turistico e strettamente balneare spiega Giuseppe Coppola, responsabile della sezione Turismo di Confindustria Lecce - e da imprenditore ho voluto capire con i miei occhi la situazione». Coppola racconta di essere andato nel Paese delle Aquile per comprendere non solo le dinamiche in termini di risultati attuali e potenziali dell'Albania ma anche, ammette, per valutare la possibilità di eventuali sblocchi di investimenti in quella direzione.

«Esiste un mare bellissimo come anche un mare di opportunità, ma è anche vero che non hanno i numeri e la qualità dei nostri servizi. Il sistema ambientale non è neanche minimamente paragonabile al nostro». Giuseppe Coppola racconta ciò che ha visto con gli occhi di imprenditore, prima ancora che di rappresentante di categoria: «Sulle infrastrutture interne sono all'anno zero, per non parlare delle reti idriche e fognanti. Esistono discariche a cielo aperto anche sotto costa».

Ma l'analisi del confronto non è solo sulla qualità. E riguarda anche la Grecia. «A parte la battuta di arresto legata a problemi politici interni, il mare della Grecia è sempre stata un nostro valido concorrente».
Il punto, però, per Coppola è che non si può commettere la leggerezza di fare un paragone asettico sui prezzi. Indubbiamente è ciò che viene più facile al consumatore ultimo. Ma, è il ragionamento di Coppola, le politiche turistiche non possono limitarsi a questo. «La burocrazia da noi è soffocante - aggiunge Coppola - in Albania il costo della manodopera e dei professionisti è a dir poco irrisorio. In Italia il costo di gestione e quello del lavoro sono da capogiro. I tempi di qualunque autorizzazione sono troppo lunghi. Dobbiamo sottolineare i costi di oneri di urbanizzazione e imposte di bollo varie?».

Il clima generale, dopo il report de Il Sole 24 Ore sul previsto calo di presenze turistiche legato anche al fattore prezzi, è quello di invocare un'assunzione di responsabilità da parte della politica. Da tempo gli operatori sottolineano la necessità per aziende di media grandezza di avere almeno due dipendenti da impiegare per le sole incombenze con la pubblica amministrazione. In tre anni, giusto per fare un esempio, sono cambiati gli adeguamenti sui registratori di cassa, che vanno tutti sostituiti. Una stampante fiscale quella che stampa lo scontrino costa 1200. euro.
Ma non finisce qui. «In tutta Europa, e si pensi alla Spagna, l'Iva per il turismo si aggira tra il 4 e il 10%. In Italia siamo al 22%. Come si fa ad essere competitivi?», esordisce Alfredo Prete, presidente del Sib e della Camera di Commercio.

«Nessuno nega che anche nel nostro settore ci siano e ci siano state le pecore nere - dice Prete - e parlo di coloro che si sono attrezzati con il solo obiettivo di incassare moneta puntando al guadagno facile. Ma in gran parte stiamo parlando di aziende familiari con tradizioni che provengono da diverse generazioni. Cerchiamo di stare al passo, di offrire servizi di qualità e innovativi, oltre a quelli classici, quali spiagge pulitissime, un servizio di salvataggio impeccabile e professionale, sedie job e bagni attrezzati per le persone disabili».

Più che rabbia, tra gli operatori del settore, in questo avvio di stagione tribolante, si registra l'orgoglio del proprio lavoro. E la tirata d'orecchie ad una politica silente di fronte alle proprie responsabilità. «Paghiamo l'Imu sulla sabbia e su strutture che abbiamo solo in concessione. Anche la Tari si calcola sull'ampiezza della spiaggia. Paghiamo le insegne. E una pressione fiscale che ci rende, paradossalmente, il socio di minoranza delle nostre stesse aziende».
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