«Intrecci mafia e politica, ora si faccia piena luce»

Una panoramica di Lecce
Una panoramica di Lecce
di Paola ANCORA
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Venerdì 26 Febbraio 2016, 06:27 - Ultimo aggiornamento: 20:26
Sotto i riflettori, di magistrati e prefettura, la campagna elettorale del 2012. All’orizzonte quella per le Comunali del 2017. In questa complessa cornice, il dibattito aperto dal contenuto della relazione consegnata dal prefetto Claudio Palomba alla Commissione parlamentare anti-mafia si fa incandescente nel capoluogo. «Uomini del clan avrebbero orientato il voto verso un simbolo preciso e determinati candidati» ha scritto Palomba, con riferimento alle Comunali di quattro anni fa e all’inchiesta “Eclissi”. Nessun consigliere o assessore è indagato, ma l’attività di controllo esercitata dalla prefettura si muove ben al di là dei confini disegnati dal Codice penale. Deve esaminare e valutare tenuta, profondità e natura di eventuali, presunti rapporti fra un pezzo della malavita organizzata leccese e salentina e una parte della politica.
È qui il punto di contatto che innesca il dibattito. «Dal punto di vista della responsabilità politica, se fossi nei panni del sindaco Paolo Perrone mi farei qualche domanda» dice il consigliere regionale Pd, Sergio Blasi, che da tempo ha annunciato la sua intenzione di candidarsi a eventuali primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco nel capoluogo salentino. «La magistratura fa il suo lavoro e la politica deve tornare a fare il suo - continua - con un approccio integerrimo rispetto alla gestione della cosa pubblica, proprio per non finire “sostituita” dalla magistratura». Più controlli sul “personale” politico, «da chi materialmente fa le liste a chi si candida» spiega Blasi. Da qui, secondo l’esponente Dem, si deve partire per rimettere sui giusti binari l’attività amministrativa senza lasciare spazio a dubbi e ombre di sorta: «Se il ceto politico si concentra sulla tutela dei propri privilegi, si arriva alla corruzione della vita sociale e questo porta ad accettare anche voti che non si dovrebbero accettare».
Mentre il Pd provinciale e cittadino si prepara a una conferenza stampa da convocare nel week end, il parlamentare Dem Salvatore Capone pone l’accento sulla «coincidenza tra quanto affermato dal presidente del Tar Antonio Pasca in apertura di Anno giudiziario, quando ha esplicitamente fatto riferimento ai casi di cosiddetta “attività amministrativa collusa” e quanto affermato, sempre in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario ma della Corte d’Appello, nelle relazioni del presidente Dell’Anna e del Procuratore Generale Maruccia». A dire che, insomma, l’allarme esiste e non va sottovalutato. E, alla luce della relazione stilata dal prefetto Palomba e consegnata alla Commissione antimafia, non riguarda soltanto ciò che eventualmente potrà emergere dalle inchieste penali della magistratura, ma riguarda la tenuta del tessuto sociale e politico della città.
«In quest’ultimo anno le notizie di cronaca - continua Capone - hanno fornito spaccati preoccupanti e ancor più preoccupanti narrazioni di relazioni pericolose, inducendomi a un confronto serrato sul tema sia con il prefetto che con il ministero. Il rischio che si corre è evidente perché coinvolge senza mezzi termini il presente e soprattutto il futuro della nostra terra, la sua tenuta sociale e democratica, la qualità della sua economia e delle sue imprese. La gestione della cosa pubblica - conclude il parlamentare - è tutt’altra cosa dai favori e dalle opacità, né può essere condizionata dalla promessa di consenso».
Vuole andare a fondo della questione “alloggi” il capogruppo dell’Udc a Palazzo Carafa, il consigliere Luigi Melica. E se il prefetto ha avviato una «ricognizione» generale sulla gestione del settore da parte del Comune, il sindaco Paolo Perrone ieri, dalle colonne di questo giornale, ha chiarito che «dall’indagine interna avviata, non sono emerse criticità particolari e aspettiamo fiduciosi - ha concluso - l’esito delle indagini della magistratura». Dopo le inchieste e le attività di approfondimento avviate dalla prefettura, però, l’Ufficio Casa è stato trasferito a Palazzo di Città e nelle mani del capo di Gabinetto del sindaco: «Voglio avere un controllo diretto dal punto di vista organizzativo» ha spiegato il primo cittadino. Ma «l’amministrazione - attacca Melica - deve rendere conto di tutto quanto non è stato fatto fino a ieri. Fino a ieri, infatti, ci veniva spiegato che in quell’Ufficio non c’era sufficiente personale, dai vigili agli assistenti sociali, per svolgere controlli e ispezioni sugli alloggi e verificare i requisiti degli occupanti. Oggi si tengono riunioni fra i dirigenti, l’ufficio sembra funzioni a mille all’ora e prepara un piano di sgomberi e di decadenza. Fanno oggi, cioè, quello che non hanno mai fatto. La verità - insiste il consigliere - è che hanno volutamente indebolito l’ufficio Casa in questi anni. Ora Perrone deve essersi spaventato di qualcosa, ma sappia che l’unica cosa che ci interessa capire è quello che è avvenuto in questi anni. È su questo che vorremmo restasse acceso un faro».
Più cauta e prudente la posizione espressa dal coordinatore di Forza Italia Paride Mazzotta: «Le indagini della magistratura e della prefettura faranno il loro corso e vedremo se e come cambierà il quadro, ma ad oggi non credo ci siano le condizioni per dire che la campagna elettorale del 2012 è stata viziata». Un «no comment», invece, arriva dalla capogruppo della neonata formazione “Lecce2017”, Francesca Mariano: «Sono sorpresa, ma ognuno - si lascia sfuggire - fa il suo mestiere».
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