Indagato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'Aci. L'accusa al manager salentino: «Ha nascosto milioni di euro»/ La difesa: «Tutto già chiarito»

Indagato Sticchi Damiani, presidente dell'Aci. L'accusa al manager salentino: «Ha nascosto milioni di euro»
Indagato Sticchi Damiani, presidente dell'Aci. L'accusa al manager salentino: «Ha nascosto milioni di euro»
4 Minuti di Lettura
Martedì 22 Agosto 2023, 18:40 - Ultimo aggiornamento: 19:36

Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'Automobile Club Italia, è indagato per aver omesso di comunicare emolumenti percepiti da diversi enti, aggirando così, secondo l'accusa, il tetto annuale di 240mila euro previsto per i manager pubblici. 

Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato, il pm Carlo Villani mette in fila una dopo l’altra le azioni esecutive che il manager salentino avrebbe esercitato in funzione di «un medesimo disegno criminoso», consistente nella puntuale autocertificazione di redditi non corrispondenti a quelli percepiti al fine di evitare l’applicazione del tetto retributivo annuale di 240mila euro, stabilito per pensioni e retribuzioni a carico delle finanze pubbliche.

I dettagli

Dalla lettura degli atti emerge che a fronte di redditi dichiarati per 986.733,62 euro, il presidente di Aci ne avrebbe percepiti per 4.588.030,18 euro, seppur non tutti attribuibili all’esercizio delle cariche pubbliche. Stando ai calcoli proposti degli inquirenti, all’appello mancherebbero precisamente 3.601.296,56 euro ma, come detto, solo in parte riferibili alla funzione pubblica. Calcoli che, secondo informazioni già emerse, non troverebbero riscontro nella versione del manager. Sarebbe stata una denuncia partita dall’interno del club ad innescare l’indagine, quel club in cui Sticchi Damiani è entrato quand’era giovanissimo e non è più uscito, traguardando le punte più alte. 
La ricostruzione tracciata dalla procura romana consente di osservare come, tra il 2017 e il 2021, il manager salentino abbia quasi esclusivamente dichiarato una parte dei redditi percepiti per l’esercizio delle cariche di presidente di Aci, presidente di Aci Informatica spa e consigliere nazionale del Coni.

Con riferimento al 2017, il corrispettivo autocertificato è risultato pari a 246.696,18 euro invece degli oltre 353mila percepiti, ai quali la procura ne aggiunge altri 665mila omessi relativamente agli incarichi di presidente del cda di Sara Assicurazione spa (ora partecipata da Aci all’80%, dunque da includere nel novero delle cariche pubbliche) e presidente del cda di Sara Vita spa.

Per il 2018, a fronte dei 246.679,17 euro dichiarati, gli inquirenti rilevano redditi percepiti per 1.009.067,95 euro, anche in questo caso prevalentemente riferiti alle retribuzioni per la presidenza del cda di Sara e Assicurazione e Sara Vita. E tanto vale per le annualità 2019 e 2020, in cui il tetto dei 240mila viene oltrepassato anche nella misura di 5 volte. Nel primo caso, la procura riscontra, infatti, dichiarazione per 246.679,17 euro a fronte di redditi percepiti per 363.150,30 euro, ai quali andrebbero aggiunti - rilevati - oltre 1,5 milioni di euro omessi con prevalente riferimento ai redditi percepiti per la presidenza del cda di Sara Assicurazione e di Sara Vita. Nel secondo (il 2020), invece, al netto ai 246mila euro dichiarati, la procura ha individuato (omessi) redditi complessivamente percepiti per 1,3 milioni.

La difesa

«Quale difensore dell'ing. Angelo Sticchi Damiani, nel pieno esercizio del diritto di difesa, di seguito (e solo per tale ragione) al “singolare“ spazio giornalistico dedicato ad un mero avviso di conclusione delle indagini preliminari,  rappresento che il mio assistito chiarirà alla Autorità giudiziaria procedente, in tempi rapidissimi, l’insussistenza di ogni addebito - dichiara l'avvocato Roberto Eustachio Sisto in qualità di difensore di fiducia di Angelo Sticchi Damiani - Peraltro gli stessi, identici  fatti contestati nel predetto avviso sono già stati oggetto di una recentissima archiviazione da parte del GIP dello stesso Tribunale di Roma, su richiesta della stessa Procura territoriale,  per infondatezza della notizia di reato, anche in virtù della corretta presentazione, con annessa pubblicazione, della dichiarazione recante tutte le fonti di reddito: sicché la duplicazione dell’addebito, in presenza di tale decisione di proscioglimento, risulta allo stato  inspiegabile. Resta il convincimento, in linea con quanto già accaduto, che anche la vicenda in questione sarà presto positivamente definita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA