Imprenditori pronti a "salvare" le chiese in difficoltà

La cripta del Duomo
La cripta del Duomo
di Pierpaolo SPADA
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Martedì 21 Giugno 2016, 06:14 - Ultimo aggiornamento: 13:33
«È vero che qui non abbiamo i Della Valle ma abbiamo degli imprenditori che in qualche modo rappresentano la sostenibilità di un’economia locale. Bisogna costruire un percorso condiviso e stabilire regole chiare. Apriamo un confronto vero e noi saremo pronti a fare la nostra parte».
Confindustria Lecce si rende così disponibile a recitare un ruolo da protagonista circa la conservazione del patrimonio culturale della città, tema tornato caldo proprio a causa dell’allarme proveniente dagli addetti ai lavori circa lo stato dei beni e la scarsità di risorse. 
 
Non c’è solo il presidente degli industriali, Giancarlo Negro, però, ad assumere, interpellato, posizione. Anche Camera di commercio e Confesercenti vorrebbero contribuire. E se il presidente dell’ente camerale, Alfredo Prete, ritiene che del “nodo” si debba fare carico soprattutto il ministero per i Beni culturali e che la Camera di commercio possa, in questo momento, assicurare solo un ruolo di sollecitatore in tal senso, sullo stesso tema, il vicepresidente di Confesercenti, Roberto Petrelli, propone una campagna di sensibilizzazione.
Gli industriali, anche in ragione della capacità finanziaria del settore che rappresentano, sono coloro che più di altri manifestano una propensione più spiccata all’intervento a tutela del patrimonio culturale. «Penso che ci sarebbe la possibilità di aggregare grandi attenzioni delle imprese locali. Ma – ripete Negro – è necessario individuare un percorso in cui siano chiari gli obiettivi. Noi ci stiamo a essere coinvolti. La conservazione del patrimonio è un dovere per un imprenditore e un’opportunità stessa di rilancio del territorio. Credo si debba aprire un tavolo in cui stabilire gli step da compiere, finalità, tempi e modalità tramite cui perseguirle». Il presidente degli industriali salentini lo ammette senza imbarazzi: «Questa problematica e il nostro coinvolgimento non rientrano nella nostra agenda programmatica. Noi avevamo pensato a un piano di sviluppo e sostenibilità del territorio visto dal lato delle imprese. Sin dalle prossime settimane, attiveremo dei tavoli su aree tematiche ben definite su cui far convergere non solo obiettivi ma anche proposte concrete, come, appunto, quella di una partecipazione diretta per la conservazione del patrimonio».
«Come Confesercenti – spiega dalla sua il vicepresidente Petrelli – possiamo solo tentare di avviare una campagna di sensibilizzazione presso gli operatori, attraverso degli appositi incontri per settori. Ne valuteremo la fattibilità perché la nostra associazione rappresenta piccole e piccolissime imprese e non so se in questo momento hanno la forza per contribuire. L’industria ha sicuramente più possibilità di noi, anche se anche l’industria sta soffrendo. Penso pure alla Camera di commercio, che potrebbe contribuire almeno in termini di promozione, ma credo che alla voce “promozione” corrisponda una disponibilità abbastanza limitata ».
Lo sa bene il presidente dell’ente camerale Alfredo Prete che, proprio in ragione delle ristrettezze alle quali è esposta anche la Camera di commercio di Lecce, conferma: «L’anno scorso alla voce promozione destinammo provocatoriamente 1000 euro, quest’anno disporremmo di qualcosa in più ma che non ci consentirà di essere operativi come vorremmo. Considerata la situazione dell’economia salentina e dunque dei privati – dice Pete – credo che l’aiuto debba provenire con figure specifiche da parte del ministero dei Beni culturali. Il patrimonio richiede anche interventi di restauro, ci vogliono quindi molte risorse. Credo che, al momento, sia l’unica strada percorribile».
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