Gasolio sporco, s’indaga
per frode in commercio
Caccia ai colpevoli

Gasolio sporco, s’indaga per frode in commercio Caccia ai colpevoli
di Maurizio TARANTINO
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Sabato 6 Gennaio 2018, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 21:13

Adesso è caccia ai colpevoli. Sulla partita di gasolio impuro entrata in commercio nel Salento durante le feste natalizie, bloccando centinaia di automobilisti e creando una psicosi generalizzata, la Procura di Lecce indaga adesso per frode in commercio e violazione della disciplina sui carburanti. Intanto la Guardia di Finanza nelle scorse ore ha effettuato i prelievi in alcuni distributori.
Il dato che salta agli occhi è la diffusione del fenomeno: tutte le auto diesel venute a contatto con la partita “sospetta” hanno dovuto, nella migliore delle ipotesi, procedere ad uno svuotamento del serbatoio. Mentre, nella peggiore delle ipotesi, al cambio degli iniettori e della pompa. Gli accertamenti procedono e le ipotesi sul campo portano a restringere la casistica. In particolare dopo le rassicurazioni da parte di Eni sul rispetto di tutti i requisiti di qualità previsti per il gasolio uscito dalla raffineria di Taranto, tanto da escludere categoricamente che le presunte anomalie possano essere imputabili a quel tipo di lavorazione: “Sono tuttora in corso approfondimenti -ha concluso Eni- sulla catena di distribuzione a valle per accertare le cause dei disservizi subiti”.
E proprio sulla catena di distribuzione iniziano ad addensarsi i sospetti. Anche fosse solo per esclusione. Sulla “manomissione” del carburante, (si parla di qualche milione di litri), avvenuta al di fuori del controllo della multinazionale, come ipotizza la “Federconsumatori”, ricordando quanto emerso dalle recenti indagini della Guardia di Finanza proprio in Puglia: “Nei mesi scorsi -scrive Antonio Moscaggiuri- le Fiamme Gialle avevano scoperto diverse irregolarità proprio negli impianti di distribuzione carburanti. Su 136 controlli in tutta la Puglia, 27 avevano rilevato anomalie con un sequestro di 3.900 litri di carburante. Tra le illegittimità contestate anche l’aver “allungato” benzina e gasolio con l’acqua. Un metodo che potrebbe essere stato utilizzato anche durante questo periodo natalizio, da titolari di pompe che hanno approfittato della gran ressa di automobilisti per guadagnare illecitamente. Il tam tam tra coloro che hanno subito simili danni ha condotto gli stessi a rivolgersi a Federconsumatori per segnalazioni e richieste di assistenza”.
 
Un’ipotesi grave, con la situazione sfuggita di mano da parte di qualche operatore infedele che si sarebbe poi estesa a macchia di leopardo tra i distributori di Lecce, Brindisi e Taranto. A salvare la buona fede di chi lavora nel settore, la possibilità che la partita di gasolio “impuro” sia arrivata da canali ufficiali, del tutto legalmente, superando anche controlli di base, ma al di fuori della vendita delle multinazionali. È il cosiddetto “mercato libero” dove si approvvigionano le pompe bianche o gli affiliati che non devono rispettare l’esclusiva con i marchi esposti. Una buona offerta, in particolare durante il periodo natalizio, potrebbe aver convinto molti distributori ad approfittarne, senza rendersi conto di avere a che fare con un prodotto di scarsissima qualità, capace di mettere a rischio l’efficienza dei motori diesel.
Con conseguenze sulle tasche degli automobilisti: costi da 300 a 1.500 euro per rimorchio con carro attrezzi, cambio pompa e iniettori hanno salassato, in pratica, gli sfortunati conducenti inconsapevoli di aver immesso un carburante nocivo. In queste ore inoltre piccole code e intasamenti stanno riguardando i distributori del territorio, quelli che hanno un rapporto di fiducia diretto con il consumatore o quelle “graziate” dalla psicosi del passaparola.
Intanto lo “Sportello dei Diritti” di Giovanni D’Agata, il primo ad aver segnalato le numerose contestazioni da parte degli utenti, il 3 gennaio ha presentato un esposto alla Procura: “Nei giorni scorsi si sarebbero verificati difetti alle pompe di gasolio ed agli iniettori con arresto improvviso di numerosi veicoli. A seguito di una sommaria indagine da parte di alcuni esercenti si è avuta notizia che nei giorni attorno a Natale si sarebbe verificato (il condizionale è d’obbligo in assenza di notizie ufficiali) presso una raffineria di Taranto un problema di mixaggio per cui sarebbe stato fornito ai distributori un prodotto altamente inidoneo alla carburazione. Alcuni di questi esercenti hanno quindi invitato i clienti a rivolgersi direttamente alla società di distribuzione carburanti per riferire delle problematiche e segnalare eventuali danni alla vettura. In queste ore abbiamo continuato a ricevere segnalazioni non solo da tutta la provincia di Lecce ma anche dalla provincia di Brindisi”. Nell’esposto D’Agata chiede che vengano disposti accertamenti, “valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti”.

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