«Gasolio miscelato male»
Centinaia di auto guaste: danni e caso in Procura

«Gasolio miscelato male» Centinaia di auto guaste: danni e caso in Procura
di Maurizio TARANTINO
4 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Gennaio 2018, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:42

Centinaia di automobilisti in panne a causa di un rifornimento di gasolio “adulterato” nelle pompe di mezzo Salento. Giorni da incubo e via alle richieste di danni: in tanti sono pronti a ricorrere in Tribunale. Tutta colpa del carburante “sporco”: miscelato male alla fonte, come si dice in questi casi.
Centinaia di salentini (ma anche turisti) si sono visti costretti a chiamare il carro attrezzi per portare l’auto in officina una volta che l’auto si è fermata. Spese che vanno da 200 agli oltre 1.500 euro per intervento, specie se il danno ha interessato anche gli iniettori del diesel. Segnalazioni a ripetizione raccolte dallo Sportello dei Diritti di Giovanni D’Agata, preso d’assalto, nelle scorse ore, da automobilisti inferociti e decisi ad andare fino in fondo per essere risarciti da una spesa imprevista e non causata da una loro negligenza. Segnalazioni che sono pervenute anche ad altre associazioni di consumatori, ma soprattutto a meccanici e concessionarie.
Ancora poco chiare le cause che hanno permesso al carburante corrotto di arrivare sul mercato. Una prima ipotesi aveva fatto puntare il dito sulla raffinazione di una grossa partita, avvenuta a Taranto, da parte dell’Eni, distributore quasi esclusivo degli idrocarburi in Puglia, Calabria, Basilicata e buona parte della Campania meridionale. La multinazionale, però, ha smentito seccamente riconducendo i problemi a quanto accaduto fuori dalla raffineria nel percorso che riconduce alla piccola distribuzione.
I primi casi poco prima di Capodanno, con interventi a macchia di leopardo, aumentati progressivamente col passare dei giorni e che hanno interessato buona parte della Provincia: una concessionaria leccese ha avuto, dal 30 dicembre, una quarantina di casi registrati nel giro di pochi giorni. Un’altra concessionaria del capoluogo ha registrato una trentina di auto guaste. Un’altra ventina di casi di mezzi in panne si sono registrati a Casarano, ma il fenomeno è esteso a tutta la provincia di Lecce, a buona parte del Brindisino e in alcune zone del Tarantino: stretti i collegamenti tra i colleghi delle officine per cercare di venire a capo di una situazione che non ha mai avuto una tale diffusione, segno che di ettolitri di gasolio miscelato male ne sono stati distribuiti un numero consistente.
Dalle piccole pompe cittadine ai grandi impianti sulle tangenziali la risposta è un coro: il prodotto arrivato sigillato non presentava anomalie di sorta e il fatto sarebbe emerso anche durante il rifornimento. Esistono infatti dei sensori che segnalano le impurità più evidenti e grossolane impedendo al gasolio di essere trasferito nel serbatoio.
 
Eppure i casi si sono moltiplicati in un batter d’occhio, tanto da costringere lo “Sportello dei Diritti” ad aprire una mail dedicata al caso del gasolio sporco. Ma c’è di più: partirà un esposto all’autorità giudiziaria e non è esclusa anche un’azione collettiva di risarcimento.
«Ci risulta che il problema risalirebbe - sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dell’associazione - al fatto che nei giorni attorno a Natale si sarebbe verificato, presso una raffineria di Taranto un problema di mixaggio per cui è stato fornito un prodotto altamente inidoneo alla carburazione. Un vero e proprio scandalo che merita da una parte un approfondimento da parte dei giudici, e dall’altra azioni risarcitorie in favore di chi ha subìto pregiudizi a seguito del rifornimento del gasolio in questione. Siamo pronti alla class action per ottenere il più ampio ristoro dei danni patiti».
E, ovviemente, ci sono centinaia di testimonianze con gli automobilisti che hanno preso d’assalto anche il web. «Mio figlio - spiega una donna - di ritorno a Novara per lavoro, ha dovuto lasciare l’auto a Pescara perché non partiva più. Si è rivolto ad un carrozziere del posto e la diagnosi è stata inaspettata: aveva fatto rifornimento con gasolio “impuro”, forse non adatto all’autotrazione».
Ora l’attesa è tutta per l’intervento della magistratura che potrà analizzare il gasolio recuperato per appurare le cause del fenomeno e stabilire l’effettiva responsabilità: se si arriverà all’azione collettiva, i risarcimenti potrebbero essere consistenti visto quanto patito dai proprietari, sicuri di fare un rifornimento senza problemi e trovatisi invece a dover pagare il conto al meccanico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA