«Erano a terra coperti di sangue e urlavano per il forte dolore»

«Erano a terra coperti di sangue e urlavano per il forte dolore»
di Andrea TAFURO
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Sabato 22 Giugno 2019, 13:44 - Ultimo aggiornamento: 19:30
Uno boato assordante, poi le urla. Calcinacci e tufi ovunque. Ai primi soccorritori della tragica esplosione di ieri mattina avvenuta in una casa vacanze di Porto Cesareo la scena è stata orribile. Immagini crude, due uomini gravemente feriti, scaraventati per terra, in gran parte ustionati dal forte scoppio verificatosi nella cucina a causa di una fuga di gas. Il solaio dell'abitazione parzialmente venuto giù. Solo per miracolo nessuno è rimasto schiacciato sotto. Poi il suono delle sirene di ambulanza, vigili del fuoco e carabinieri.
Eppure sarebbe dovuta essere una mattinata tranquilla, per Franco Fanizza e Massimo Fanizzi, zio e nipote, 62 anni il primo, 43 il secondo, trascorsa fino a pochi minuti prima in centro città, in compagnia di alcuni amici. Il caso ha voluto, che dopo una chiacchierata amichevole, il gruppetto ha assistito ad un incidente stradale e dopo essersi assicurati delle condizioni di salute dei conducenti i mezzi, ognuno ha preso una direzione diversa. Massimo e Franco, non solo parenti, ma soci di un'agenzia turistica, hanno così deciso di recarsi alla casa vacanze, situata in località Poggio, con vista sul litorale di Sant'Isidoro. Forse i due erano in attesa di nuovi ospiti, e si sarebbero dovuti accertare delle condizioni della struttura. L'amico Nico, che li aveva seguiti per un tratto di strada a bordo del suo scooter ha deciso invece di recarsi nella propria casa, distante poco meno di 100 metri dalla villetta di Fanizzi. Poi il forte boato, ha squarciato il silenzio di una giornata tersa e afosa.
Erano trascorsi pochi minuti, forse secondi, quando Nico ancora sulla soglia di casa, ha udito la forte deflagrazione e visto del fumo bianco che si alzava in cielo, in direzione della villetta. Attimi terribili, che il giovane, intuito quello che poteva essere accaduto, ha gestito con freddezza, tornando di corsa a casa degli amici. Giunto sul posto, lo scenario presentatosi ai suoi occhi è stato tragico: «Tornato indietro, ho sperato sino all'ultimo che non fosse accaduto nulla di grave ai miei amici racconta ancora scioccato Nico -. Raggiunta la strada dove è situata la villetta, ho visto una donna in lacrime che urlava. La vicina di casa, intenta a fare le pulizie nella sua abitazione è stata la prima a rendersi conto di quello che era successo, allertando subito i soccorsi. A quel punto mi sono precipitato dentro la villetta alla ricerca dei due uomini, che sapevo di trovare. Con l'aiuto dei sanitari del 118, immediatamente giunti sul posto prosegue l'uomo - ho riconosciuto prima Massimo, il più giovane. Si trovava dolorante e sanguinante per terra, a poca distanza dall'ingresso del locale completamente crollato. Chiedeva aiuto, voleva respirare. I medici immediatamente lo hanno aiutato con il mascherino dell'ossigeno e poi gli hanno coperto le ferite. Dopo mi sono recato di corsa sull'ambulanza, ferma all'esterno della casa. Ricordo di aver visto per terra delle scarpe, poi una volta dentro, i sanitari mi hanno chiesto se riuscivo a riconoscere anche il secondo uomo, che mentre veniva medicato urlava mamma aiutami. La scena è stata forte, io avevo capito che si trattava di Franco, sapevo che con Massimo si erano recati nella villetta. Poi ho avvisato i parenti dei feriti, che conoscevo. Ora speriamo che tutto possa andare per il meglio».
Un'esplosione, che ha rischiato di coinvolgere anche due coppie di ospiti della casa vacanze, che per fortuna in quel momento non si trovavano all'interno delle loro stanze, ma in spiaggia. Tuttavia resta lo shock e la preoccupazione dei familiari, per i due uomini feriti e attualmente ricoverati, al centro grandi ustioni dell'ospedale Perrino di Brindisi.
Sul posto era presente anche Gabriele, il giovane nipote di Massimo Fanizzi, proprietario della struttura ricettiva. «Ho visto lo zio che si lamentava per le ferite. Non so se era cosciente o meno, aveva il corpo sporco di sangue e il viso bendato, mi auguro che gli occhi non abbiano subito dei danni. La causa dell'esplosione potrebbe essere la perdita di gas da una grossa bombola collegata all'impianto. Tutto è successo in pochi attimi - racconta il giovane -, lo zio Massimo, disattivando l'allarme avrebbe a sua insaputa, purtroppo, attivato l'innesco, poi aperta la porta e accesa la luce, è avvenuto lo scoppio che ha travolto i due uomini».
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