Altri tre morti per Covid nella Rsa di Miggiano: il bilancio sale a 9. La disperazione dei parenti: «Pensavamo fossero al sicuro»

Altri tre morti per Covid nella Rsa di Miggiano: il bilancio sale a 9. La disperazione dei parenti: «Pensavamo fossero al sicuro»
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Domenica 7 Febbraio 2021, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 09:51

Sale a 9 il triste bilancio dei decessi di ospiti della Rsa San Vincenzo di Miggiano, nel Salento. Nella notte sono spirate tre donne sconfitte dal Covid.  Incontenibile l'amarezza dei parenti che non si danno ragione delle perdite, «ingiustificate in questa seconda ondata. Credevamo che i nostri parenti fossero al sicuro e invece li abbiamo perduti senza potergli dare neppure una carezza». Così commenta la figlia del primo deceduto la notizia della notte tragica che ha privato della vita tre anziane donne.

Segnali preoccupanti, dunque, dalla residenza socio-assistenziale San Vincenzo di Miggiano che già a metà del mese scorso ha visto aumentare il numero dei contagiati e scattare l'allarme. «La situazione è però sotto controllo», aveva detto allora il sindaco Michele Sperti. «Gli anziani risultati positivi sono tutti asintomatici e sono isolati ed assistiti in apposita ala.

Il tutto è sotto controllo e sotto stretta sorveglianza», aveva detto Sperti, aggiungendo che «i gestori, di concerto con l'Asl, stanno seguendo scrupolosamente il previsto protocollo».


Sono passati solo pochi giorni e la curva del contagio sale in modo preoccupante, mentre il professor Pier Luca Di Cagno, direttore della struttura, affermava ancora una manciata di giorni fa che sono state «applicato tutte le procedure immediate, quindi abbiamo chiesto subito il trasferimento in ospedale ai soggetti a rischio con patologie più gravi. Abbiamo trovato qualche difficoltà organizzativa da parte dell'Asl. Pensavo che in questo periodo ci si fosse organizzati molto meglio, purtroppo non è così. Noi non potevamo fare di più, per un anno abbiamo difeso contro tutto e tutti i nostri ospiti riuscendo a rimanere immuni al Covid. Quando è venuto fuori il focolaio nella mia residenza sono stato anche attaccato da chi sosteneva che io non avessi infermieri sufficienti all'interno della struttura. Dopo le dimissioni di 25 infermieri, abbiamo informato le autorità competenti della carenza di infermieri e si è chiesto aiuto sulla ricerca di queste figure professionali. Sulla mia richiesta di infermieri l'Asl non ha mai risposto».

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