Chiese aperte, svolta. La Curia dice sì alla cooperativa

Il Duomo chiuso
Il Duomo chiuso
di Francesca SOZZO
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Venerdì 1 Aprile 2016, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 13:09
Chiese aperte: arriva la svolta. La Curia apre al dialogo e accetta di sedersi ad un tavolo e valutare l’affidamento per l’apertura straordinaria delle chiese ad una cooperativa.
È il risultato ottenuto ieri mattina dalla commissione Cultura presieduta dal consigliere Roberto Martella e a cui hanno preso parte l’assessore al Turismo e Cultura Luigi Coclite e i rappresentanti della Curia, l’architetto Giuseppe Fiorillo e il tecnico Mazzotta. Assente per impegni amministrativi l’assessore Attilio Monosi. La vicenda è ben nota: Lecce città turistica si presenta con le chiese chiuse negli orari centrali della giornata. La proposta: un protocollo d’intesa tra Curia e amministrazione per che sia rinnovabile tacitamente per mantenere aperte le chiese.
Lo sforzo, da parte del comune è economico. L’estate scorsa per mantenere aperte cinque chiese, nei mesi di luglio e agosto, Palazzo Carafa insieme a Puglia Promozione hanno stanziato quasi 15mila euro (di cui 5mila il Comune e il resto l’agenzia regionale per il turismo). L’importo, conti alla mano secondo la Curia, è servito per aprire cinque chiese: Santa Chiara, la chiesa del Rosario, i Teatini, Santa Croce e il Duomo. Per un totale di quasi 2.500 euro a chiesa a fronte dell’assunzione di due persone che si sono date il cambio durante i due mesi di aperture straordinarie. Personale ecclesiastico e di fiducia delle Curia. Questo l’ostacolo maggiore da superare. L’amministrazione comunale, come ha ricordato l’assessore Coclite, ha proposto una convenzione «con gli studenti dell’ultimo anno del corso di Beni Culturali dell’Università del Salento perché potessero non solo tenere aperte le chiese, ma anche accogliere i turisti e fare da guida». Ipotesi che «fino allo scorso anno è sempre stata scarata dalla Curia - ha proseguito Coclite - Sono contento dell’apertura da parte della Curia». Le riserve sul personale sono legate alla questione sicurezza, non solo dell’area in se, ma anche dei furti che possono avvenire negli orari di apertura delle chiese. «Ma se il Comune dice che si può valutare l’ipotesi di affidare il servizio ad una cooperativa che si occupi anche della sicurezza con tanto di contratto scritto - hanno detto i rappresentanti della Curia - possiamo parlarne». D’altronde, hanno ribadito i rappresentanti della Curia, la disponibilità c’è sempre stata, prova ne siano gli Open Days di PugliaPromozione che consentono - e dovrebbero ripartire nel mese di giugno - di tenere le chiese aperte nel fine settimana anche fino alle 23 di sera.
Il suggerimento del consigliere del Partito Democratico Antonio Torricelli è quello di indire un bando pubblico al quale possano partecipare delle cooperative e di dar vita ad una commissione di valutazione tra i cui componenti ci sia anche un rappresentante della Curia.
Ora dunque non resta che mettere nero su bianco una proposta. L’obiettivo «è ottimizzare i costi», ha ribadito Coclite.L’amministrazione comunale, infatti, tramite l’assessore al Bilancio e Tributi Attilio monosi fa fatto sapere di essere disponibile ad utilizzare parte della tassa di soggiorno per le aperture straordinarie delle chiese. Dall’imposta di soggiorno, nel 2015, sono entrati nelle casse di Palazzo Carafa 700mila euro che, secondo le norme vigenti, devono essere reinvestiti in servizi per il turismo. Una svolta, dunque, e la speranza di non vedere più i turisti seduti sui gradini delle chiese estate e inverno a causa dei portoni chiusi. Attualmente infatti le chiese del centro sono aperte al mattino, dalle 9.30 alle 12 (12.30 in qualche caso) e nel pomeriggio dalle 16.30 alle 20 (dalle 17 in alcuni casi). Giovedì dunque si torna in commissione; l’amministrazione dovrebbe portare la proposta da sottoporre alla Curia.
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