Carlo Salvemini, verso le Primarie: «Chi mi ha tanto contestato alla fine non si è candidato»

Il sindaco Carlo Salvemini
Il sindaco Carlo Salvemini
di Paola COLACI
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 14:21 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 09:29


Sindaco Carlo Salvemini, circa un anno fa lei annunciò la sua disponibilità di ricandidarsi alla guida di Palazzo Carafa, a Lecce, per il centrosinistra. Oggi, dopo mesi di discussioni e dibattiti acceso all'interno della coalizione, la ritroviamo candidato alle primarie della coalizione. Potesse tornare indietro rifarebbe quell'annuncio?
«Sì, perché come allora continuo a considerare naturale che un sindaco uscente possa ricandidarsi per rispondere del suo operato ai cittadini. Anche tanti sindaci che come me partecipano all'Assemblea Anci di Genova, avendo appreso delle primarie a Lecce, sono rimasti un po' stupiti. Nel mio caso quella disponibilità è stata intesa da alcuni come una manifestazione di arroganza o addirittura un segnale di interferenza da Bari o da Roma. Per cui, preso atto di questo sottofondo di malcontento, ho deciso di avviare un percorso di verifica politica, che si è concluso con un Patto di coalizione tra le forze di maggioranza e l'indizione delle primarie. Ne sono soddisfatto, perché in questo modo è stata offerta la possibilità a chi non si riconosce nell'operato dell'amministrazione e in particolare nel mio operato di offrirsi come alternativa. Alla fine, decideranno i cittadini».


Ma davvero i mal di pancia rispetto alla sua persona e alla sua ricandidatura anche all'interno della maggioranza a Palazzo Carafa non erano emersi prima? Il malcontento che ha portato poi alle primarie si è registrato solo negli ultimi mesi?
«In questi anni la totalità dei provvedimenti della Giunta è stata assunta all'unanimità e sul 99 per cento dei provvedimenti del Consiglio non si sono registrati distinguo da parte delle forze politiche di maggioranza.

Non ho registrato un giorno di crisi né la necessità di dover procedere a rimpasti. Come all'interno di ogni coalizione anche nella nostra abbiamo vissuto momenti di fisiologico confronto con alcuni consiglieri, ma non di patologico dissenso».

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Eppure la sacca maggiore di resistenza rispetto alla sua ricandidatura è emersa tra le file della maggioranza a Palazzo Carafa, compreso qualche rappresentante del Partito Democratico. E questo nonostante i dirigenti dem sin dall'inizio avessero dichiarato apertamente di sostenere la sua candidatura.
«Mi sembra una domanda che sarebbe più opportuno fare a chi si riconosce in questo dissenso. Da parte mia ho registrato, anche in questi giorni, dichiarazioni personali e pubbliche di stima, sostegno e incoraggiamento politico e personale da parte dei livelli nazionale, regionale e provinciale Pd, oltre che dal vicesindaco Signore che pochi giorni fa ha ben rappresentato la posizione del Pd cittadino con una nota pubblica».


Qual è la proposta programmatica e progettuale per la città con cui si misurerà alle primarie e, in caso di vittoria, alle amministrative del prossimo anno?
«Credo che rispetto al recente passato Lecce sia una città diversa, in trasformazione, come ha evidenziato anche il rapporto sull'ecosistema urbano di Legambiente. Le linee guida dello sviluppo futuro della città sono contenute nel Pug che è in corso di redazione e che sono frutto del confronto con la città e con le espressioni politiche ed economiche. Credo che una Lecce capace di affrontare nel merito e con coraggio le sfide del presente convenga a tutti, in primis a chi la abita tutti i giorni, a chi investe, nel commercio e nella produzione industriale, a chi la visita o la attraversa per svago o per lavoro. Il percorso della nostra amministrazione è lì a testimoniare un lavoro che si rivolge all'intera comunità cittadina. La mia proposta politica segue la stessa intenzione, per questo ho sempre parlato di città di tutti, perché si lavora perché tutti possano riconoscersi e trarre beneficio delle politiche dell'amministrazione».


Affluenza ai gazebo al centro del dibattito della coalizione: sotto la soglia dei 7mila votanti sarà un fallimento?
«Le elezioni suppletive per il collegio di Monza di pochi giorni fa hanno assegnato un seggio senatoriale con il 19% dei votanti. Nessuno ha ritenuto questa elezione meno legittima di altre. Le ultime amministrative hanno visto una partecipazione al voto che si è ridotta di 20 punti. E anche l'affluenza al voto nelle cinque città metropolitane ha registrato il 50% in media degli aventi diritto. È evidente che c'è un tema nazionale che riguarda il calo di partecipazione alla politica. Ora, pretendere che solo le primarie di Lecce non debbano misurarsi con questa tendenza, mi pare un po' ingenuo. D'altra parte, ogni premonizione si misurerà con la realtà, per cui è un po' presto per fasciarsi la testa. In ogni caso, ricordo anche che da piccoli numeri possono nascere grandi processi politici, come avvenne nel caso delle prime primarie tra Vendola e Boccia del 2005. All'epoca a Lecce votarono poco più di 2mila persone. Ciò che conta, per me, è il valore politico delle primarie, che sono uno strumento che consegna ai cittadini il diritto di prendere la parola e scegliere il proprio rappresentante. È questo che dà senso alle primarie, non il numero dei partecipanti.».


Il 26 novembre a sfidarla sarà il consigliere di maggioranza Pierpaolo Patti. Una partita a due, dunque. In tutta onestà avrebbe preferito misurarsi con più candidati? Il vicesindaco Sergio Signore, per esempio, il cui nome è rimasto in campo per molte settimane?
«Sergio con una sua dichiarazione pubblica ha ricordato il nostro rapporto politico saldo. Così come il fatto di essere sempre stato pienamente dentro le scelte della Giunta e della maggioranza. Non mi sorprende quindi la sua decisione e proprio in ragione di ciò non ho mai considerato credibili le voci sul suo impegno diretto. Si potevano ipotizzare e concretizzare altre candidature. E se non si sono determinate le ragioni le dovrà chiarirle chi, pur contestando la mia candidatura, poteva proporsi e non lo ha fatto».


Il governatore Michele Emiliano nei giorni scorsi di lei ha detto: «La mia impressione è che la discussione rispetto a Carlo si concentri più sul suo carattere che sul reale giudizio politico». Sindaco, in sintesi, lei ha un brutto carattere?
«Sono la stessa persona del 2017. Sono qui perché sono stato votato nel 2019 da circa 23mila leccesi. Il mio impegno politico e istituzionale in Consiglio comunale è cominciato vent'anni fa. In sostanza, non sono caduto dal cielo. Credo che i leccesi conoscano bene il mio carattere e se mi trovo qui è perché evidentemente qualcuno che mi apprezza dovrà pur esserci. Da parte mia colgo quotidianamente manifestazioni di affetto e simpatia umana nelle persone che incontro. È chiaro, tuttavia, che non si può piacere a tutti. Ed è fisiologico che c'è chi si senta lontano da me. Ma sono argomenti che non hanno nulla di politico. Quello che conta, per me, è che i cittadini siano messi in condizione di decidere se confermarmi o meno partendo dai risultati del lavoro mio, della mia giunta, della mia maggioranza, da quello che vedono in città».


Il suo appello al voto ai leccesi, dunque.
«Firmando la candidatura per le primarie, ho chiesto a chi ha apprezzato il mio impegno di confermarmi la sua fiducia partecipando al voto. Credo che le primarie saranno un bel momento di festa, capace di riproporre dopo cinque anni quella atmosfera di partecipazione popolare e impegno che ci ha consentito di vincere nel 2019».
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