Sesso in chat con minori prima o dopo la messa o i funerali: condannato un prete

I ragazzini avrebbero utilizzato il denaro ricevuto per piccole spese

In provincia di Palermo, un prete è stato condannato per prostituzione minorile: ecco perchè
In provincia di Palermo, un prete è stato condannato per prostituzione minorile: ecco perchè
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Venerdì 27 Maggio 2022, 21:24

Sfruttare ogni momento per guardare ragazzini nudi in chat e fare sesso virtuale. Secondo l'accusa, è questo il reato commesso dal parroco di Termini Imerese, Palermo, che cercava prima di una messa domenicale o dopo un funerale, ricattava dei bambini, tramite i social, per pochi euro. E' stato perciò condannato in primo grado a cinque anni per il reato di prostituzione minorile.

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Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il sacerdote aveva scelto come sue vittime alcuni sedicenni che sapeva in difficoltà economiche, perchè venivano da famiglie in una condizione di disagio. 
Chiedeva ai minori prestazioni sessuali a pagamento attraverso delle videochiamate in cambio di poche decine di euro.

Lo scambio di denaro infatti non andava oltre i dieci, venti o al massimo trenta euro, che il prete inviava ai ragazzi tramite ricariche telefoniche o postepay. Questo avrebbe versato infatti il prete ad alcuni ragazzini per farsi vedere in chat a sfondo sessuale o ricevere video hot dei minori. 

I ragazzini, a cui è stato riconosciuto il risarcimento dei danni come parte civile al processo, avrebbero utilizzato il denaro ricevuto per piccole spese come comprare sigarette, tagliarsi i capelli o andare a mangiare una pizza con la fidanzata.

Allo scandalo, si aggiunge un dettaglio che riguarda uno dei quattro casi individuati dagli inquirenti, dove la madre di una delle presunte vittime avrebbe lucrato sulle prestazioni del figlio, pretendendo una tangente di 5 o 10 euro sulle somme che il ragazzo avrebbe ricevuto dal prete. La pratica è andata avanti fino a quando il prete non è stato intercettato dai carabinieri per caso. Durante un'indagine, era emersa per caso una intercettazione delle chat del prete con i ragazzini online. Da lì le indagini che portarono all'arresto del prete lo scorso anno. 

Per discolparsi, il sacerdote ha affermato di non aver mai costretto nessuno e che l'iniziativa era dei ragazzi. Ricorrerà in appello contro la sentenza.

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