Lecce, truffa e peculato sui ticket del Castello Carlo V: chieste 6 condanne

Il Castello Carlo V
Il Castello Carlo V
di Roberta GRASSI
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Giovedì 24 Novembre 2022, 16:11 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 19:26

La procura presenta il conto per le ipotesi di peculato, truffa ed evasione fiscale contestate nell’inchiesta sulla gestione dei servizi di informazione e accoglienza turistica del castello Carlo V di Lecce, affidata nel 2017 dal Comune alle cooperative Theutra e Oasimed. Il pm Maria Rosaria Petrolo ha chiesto la condanna a 4 anni e 8 mesi per Stefano Ramires, presidente della coop Oasimed. E poi 3 anni e 4 mesi per Marina Quarta, di Lecce, presidente della cooperativa Theutra, per Paolo De Rinaldis, di Lizzanello, vicepresidente della stessa Theutra, Anna Maria Cafiero, di Lecce, consigliera della Theutra, Raffaella de Luca, di Galatone, vicepresidente della Oasimed; e Marco Bianchi, di Lecce. Hanno tutti scelto di essere processati con rito abbreviato.

L'udienza

L'udienza è stata celebrata ieri dinanzi al gup Alcide Maritati, e poi rinviata al 12 gennaio per la sentenza. Sono difesi dagli avvocati Amilcare Tana, Ivana Quarta e Luigi Quinto.
Sotto i riflettori i ticket per gli ingressi al castello di Lecce.

Nel fascicolo si parla di somme trattenute indebitamente,  nonché di spese gonfiate per dimostrare costi non sostenuti nella mostra dedicata al fotografo Elliot Erwitt ed infine di mancato versamenti all’erario.

Le osservazioni dell'accusa

Il pm ha modificato il capo di imputazione, riducendo a 14 mila euro (da 73mila euro) l'ammontare delle somme trattenute, ossia il 20 per cento della cifra complessiva. Ed eslcudendo ipotesi di emissione e utilizzazioni di fatture inesistenti contestate a Marina Quarta. Il Comune di Lecce si è costituito parte civile. 

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