Per le quarantene in classe, si contano i positivi ma anche gli anni degli studenti. Si basa su questi due principi la proposta avanzata dalle Regioni al Governo per la ripartenza. Dal canto suo, però, l’Esecutivo deve ancora valutare la proposta e intanto conferma la ripresa in presenza per tutti tra il 7 e il 10 gennaio.
Ieri il premier Draghi ha incontrato a Palazzo Chigi il commissario all’emergenza Figliuolo e i ministri dell’Istruzione e della Salute Bianchi e Speranza per fare il punto della situazione in attesa del cdm di oggi.
Non solo: nel documento approvato dai governatori ci sono anche indicazioni legate alle attività giornaliere. «Evitare la ripresa delle attività di educazione fisica, canto e utilizzo di strumenti a fiato; verificare la correttezza del consumo dei pasti in mensa; promuovere maggior utilizzo di Ffp2 e avere attenzione a garantire una corretta aerazione delle aule».
Palla al cdm di oggi. Ma il tempo è scaduto, il 7 si torna in classe: «Non possiamo pensare a una ripresa delle lezioni in presenza senza un protocollo di gestione dei cluster – sottolinea Antonello Giannelli, presidente Associazione nazionale dei presidi - che rispecchi le nuove disposizioni di legge. Dubito che già dal 7 le scuole potranno avvalersi del supporto delle Asl».