Detenuto suicida in carcere: l'arresto non era stato convalidato. «Stamattina sarebbe potuto essere libero»

Detenuto suicida in carcere: l'arresto non era stato convalidato. «Stamattina sarebbe potuto essere libero»
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Lunedì 21 Novembre 2022, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 13:18

La scorsa notte un 40enne, che questa mattina avrebbe dovuto presentarsi all'udienza di convalida dell'arresto per concorso in estorsione, si è tolto la vita in una cella del reparto accoglienza del carcere di Foggia. Lo comunica il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Federico Pilagatti, evidenziando che si tratta del «quinto suicidio dall'inizio dell'anno» nella struttura. Un altro detenuto si è tolto la vita tre mesi fa.

Aspettava l'udienza di convalida dell'arresto

«La cosa che ci lascia sgomenti - prosegue - è che questa mattina il 40enne, originario della Nigeria, doveva essere accompagnato in tribunale dove si sarebbe dovuta celebrare l'udienza di convalida e forse avrebbe potuto ottenere la libertà». «Fa ancora più male sapere che il detenuto - sottolinea Pilagatti - non sarebbe dovuto nemmeno entrare nel carcere di Foggia poiché, secondo la legge Severino vecchia di anni e mai rispettata, un arrestato deve essere portato in carcere dopo l'udienza di convalida, e non prima». «Da tempo - ricorda il segretario - il Sappe denuncia la necessità di chiudere la 'sezione maledettà poiché offende i diritti minimi di dignità delle persone che vengono rinchiusi in stanze fatiscenti, molte delle quali con il bagno a vista e senza alcuna privacy.

Sappiamo che anche la direzione del carcere chiede la ristrutturazione del reparto ma inutilmente, poiché l'amministrazione penitenziaria si preoccupa solo di stipare più detenuti possibili, prevaricando i diritti umani». «A questo punto - conclude - nonostante le denunce del Sappe inerenti le gravissime responsabilità del Dap, nulla si muove e questa ulteriore vittima non fa altro che dichiarare l'ennesimo fallimento di uno Stato che si reputa civile».

Quasi 80 suicidi: l'allarme

Con gli ultimi due suicidi resi noti oggi nel carcere di Foggia e in quello fiorentino di Sollicciano il numero delle persone ristrette nei penitenziari che dall'inizio del 2022 si sono tolte la vita sfiora ormai la soglia degli ottanta. Secondo i dati del ministero della Giustizia sono per la precisione 79, una cifra sinora mai raggiunta in un solo anno, superiore anche al picco del 2009 che aveva visto 72 detenuti farla finita. E a dare l'esatta dimensione del dramma che si sta consumando tra chi vive dietro le sbarre sono anche gli oltre mille tentativi di suicidio sventati nell'anno in corso dall'intervento della polizia penitenziaria. I casi di oggi hanno avuto per protagonisti due detenuti extracomunitari, un marocchino a Firenze e un nigeriano a Foggia. Un dato che conferma come questa piaga riguardi particolarmente i reclusi di origine straniera : il 50% di chi si toglie la vita non è italiano. E visto che gli stranieri sono circa un terzo della popolazione carceraria , vuol dire che l'incidenza di suicidi è significativamente maggiore tra questi detenuti. 

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