Roman Abramovich: il mistero dei voli del magnate russo tra Israele, Turchia e Mosca

Il mistero dei voli: missioni diplomatiche o tentativi di trasferire la famiglia a Tel Aviv? Le indagini sulla corruzione con il 'placet' di Eltsin prima e Putin poi

Roman Abramovich, il mistero dei voli del magnate russo tra Israele, Turchia e Mosca
Roman Abramovich, il mistero dei voli del magnate russo tra Israele, Turchia e Mosca
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Martedì 15 Marzo 2022, 16:18

Roman Abramovich, il mistero dei voli compiuti negli ultimi giorni dal jet di proprietà del magnate russo, proprietario del Chelsea e grande amico di Vladimir Putin. Il lussuoso Gulfstream G650ER, in quattro giorni, si è spostato più volte tra tre grandi capitali: Tel Aviv in Israele, Istanbul in Turchia e Mosca. E ci si chiede, ora, se i viaggi di Abramovich siano parte di una complessa e delicata operazione diplomatica.

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Roman Abramovich, da qualche anno, ha anche il passaporto israeliano.

Secondo alcuni, il magnate russo vorrebbe portare in Israele la famiglia, per farla stare più al sicuro. Restano però da chiarire le tappe ad Istanbul, con la Turchia che sta cercando di mediare tra Russia e Occidente. Il fatto che Abramovich, almeno ufficialmente, non sia passato per la capitale Ankara, però, potrebbe depistare. Intanto, un'inchiesta della Bbc mette in luce alcune vicende di corruzione che hanno coinvolto Roman Abramovich: nel 1995, il magnate russo, in un'asta truccata, pagò al Governo di Mosca circa 250 milioni di dollari (poco meno di 230 milioni di euro) per la compagnia petrolifera Sibneft, che poi fu rivenduta dieci anni dopo allo stesso Governo russo per 13 miliardi di dollari (quasi 12 miliardi di euro). Quella vicenda finì in tribunale in Gran Bretagna e Abramovich ammise di aver corrotto alcuni dirigenti per far decollare l'affare.

Il processo a Londra iniziò con la denuncia di Boris Berezovsky, ex socio di Abramovich, che però vinse la causa pur ammettendo che l'asta originale era stata truccata a suo favore e che Berezovsky ricevette 10 milioni di dollari per corrompere un funzionario del Cremlino. C'è un documento che incasterebbe Abramovich e che sostiene che il Governo russo sia stato frodato nella trattativa Sibneft per circa 2,5 miliardi di euro, come accusava anche un'inchiesta parlamentare russa nel 1997. Yuri Skuratov, ex procuratore capo che si occupò dell'inchiesta, ha spiegato alla Bbc di non aver mai saputo di quel documento segreto, ma ha confermato diversi dettagli sulla vendita della compagnia petrolifera ad Abramovich. «Chi ha preso parte alla privatizzazione della Sibneft ha formato un gruppo criminale che ha permesso ad Abramovich e Berezovsky di ingannare il Governo e pagare la società molto meno del suo reale valore», ha spiegato l'ex magistrato.

Dal documento emerge anche un'altra, inquietante verità: Roman Abramovich godeva della protezione dell'allora presidente Boris Eltsin, che bloccò le indagini e le accuse di Skuratov, destituendolo dall'incarico. La carriera dell'ex magistrato naufragò nel 1999, con la pubblicazione di un filmato a luci rosse che il diretto interessato ha sempre definito una trappola: «Era una faccenda politica, con le mie indagini ero andato molto vicino alla famiglia di Eltsin». Se la carriera da magistrato di Skuratov finì in quel modo, allo stesso tempo si registrò l'ascesa di Roman Abramovich, rimasto molto vicino al Cremlino anche con l'arrivo al potere di Vladimir Putin, nel 2000. Un'altra compagnia petrolifera russa, la Slavneft, fu oggetto di un'asta truccata, due anni dopo. Abramovich era pronto, in società con un'altra azienda, ad acquistare la Slavneft, ma un'azienda cinese, la Cnpc, offriva quasi il doppio. Diversi esponenti di Governo e del Parlamento russo avrebbero perso influenza in caso di vendita ai cinesi e un membro della delegazione cinese, arrivato a Mosca per l'asta, sarebbe stato rapito e rilasciato solo dopo l'annuncio del ritiro dall'asta dell'azienda. Una voce, questa, confermata anche da chi non sapeva dell'esistenza del documento segreto citato dalla Bbc.

Si continua intanto a discutere sul ruolo di possibile mediatore di Roman Abramovich. Il magnate russo del petrolio ha anche incontrato Gerhard Schroeder, ex cancelliere tedesco molto amico di Putin e ora lobbista per Gazprom, nonostante le pressioni di Berlino ad abbandonare quel ruolo. E Schroeder, a sua volta, ha incontrato Vladimir Medinsky, capo delegazione della diplomazia russa per i colloqui con l'Ucraina. Intanto, dopo la Gran Bretagna, anche l'Ue ha congelato i beni di Roman Abramovich con il quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia: all'oligarca russo è ora vietato anche di viaggiare in territorio europeo.

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