Da Milano a Lecce: al Must gli scatti di “The Cult of Rifo - A Bloody Beetroots Journey”

Da Milano a Lecce: al Must gli scatti di “The Cult of Rifo - A Bloody Beetroots Journey”
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Giovedì 24 Giugno 2021, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 16:43

Quando un autore miscela coscientemente le sue forme espressive nasce “The Cult of Rifo - A Bloody Beetroots Journey”, la mostra fotografica che si potrà visitare da sabato, 26 giugno, e fino al 14 luglio prossimo presso il Must di Lecce con le immagini scattate dall’artista, musicista e produttore Sir Bob Cornelius Rifo (The Bloody Beetroots).

“The Cult of Rifo - A Bloody Beetroots Journey” l’exhibition curata da Denis Curti per Leica Galerie Milano, dopo il grande successo dello scorso maggio nella capitale meneghina, arriva a Lecce grazie alla volontà di Foto Scuola Lecce di portare la fotografia autoriale nella città della pietra bianca. Grazie al supporto di Leica Galerie Milano, Leica Camera Italia e del Comune di Lecce, nella splendida cornice restaurata del Must - Off Gallery potrete vedere le 25 immagini che l’artista Sir Bob Cornelius Rifo (The Bloody Beetroots) ha impresso nel suo viaggiare, tra i più straordinari festival internazionali come l’Austin SXSW o il Burning Man, tra lavoro e ricerca, guardando il mondo oltre al suo apparire superficiale. Panorami, dettagli e ritratti che emergono dal buio, per mostrare la propria anima più profonda, segnati e trasfigurati da sentimenti potenti, ma spesso invisibili e disturbanti come lastre di vetro trasparenti. Un bianco e nero che pare illuminato solo dalla luce di passaggio tra la notte e l’alba, uno spazio onirico dove è sufficiente uno scatto per raccontare tutta una storia.

Volti sconosciuti o molto conosciuti, come Steve Jones dei Sex Pistols, Jimmy Webb (icona punk della scena Newyorkese, mancato nel 2020), Jay Buchanan dei Rival Sons, Penny Rimbaud dei CRASS ( nonché mentore dell’artista), Tommy Lee, o il frontman dei Refused, Dennis Lyxzén, si mostrano all’obbiettivo dell’artista con struggente sincerità.

 

La testimonianza dell'artista

«Vivo di musica dal 2006 - dichiara l’artista - e da allora non ho mai smesso di girare il mondo. A un certo punto del 2012 iniziai a sentirmi davvero male, triste e con un’incredibile rabbia interiore. Stavo dimenticando il tempo e lo spazio, stavo creando nella mia mente una versione distopica e alienata del mondo. Quindi, piuttosto che perdermi nel cliché rock and roll di destino votato all’autodistruzione, provai un modo diverso per curarmi, facendo foto. Solo per ricordare, solo per mantenere in una forma visiva persone, luoghi, ricordi». Foto Scuola Lecce con la sua nuova immagine si prefigge come scopo la divulgazione della cultura fotografica dentro e fuori delle sue aule. Ed è per questo che si apre a collaborazioni e scambi culturali con enti, associazioni e realtà nazionali ed internazionali. La mostra sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 21. Entrata libera con presenza contingentata.

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