L'arte di Martiradonna, il ritorno di un grande maestro

L'arte di Martiradonna, il ritorno di un grande maestro
di Carmelo CIPRIANI
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Martedì 23 Gennaio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 19:17

È un felice ritorno sulla scena espositiva quello di Ugo Martiradonna, tra i maestri della pittura in Puglia. L'artista, fino al 2 febbraio, è protagonista di una preziosa personale presso l'Alliance Française in strada de' Gironda a Bari, in piena città vecchia. Uno spazio che da anni avanza interessanti proposte culturali legate non solo alla cultura francese, fungendo da luogo d'incontro per scrittori e artisti. Una programmazione ampia che funge da trait d’union tra letteratura, cinema e arti visive, in un approccio vasto alla ricerca artistica contemporanea. Personale "preziosa" si diceva, non solo perché arriva a distanza di oltre quindici anni dalla sua ultima mostra, "Si contano le assenze" del 2006, ma anche perché l'artista, giunto alla soglia dei novant'anni, si mostra con una produzione completamente rinnovata.

Dalla figura alla forma, come via di libertà

Maestro della figurazione, negli ultimi anni, infatti, Martiradonna si è dedicato allo studio della forma, ai suoi rapporti con il colore e con lo spazio e, non ultime, alle sue molteplici potenzialità introspettive. “La forma mi appare oggi l'unica possibilità di libertà” ha perentoriamente dichiarato, offrendo egli stesso la prima giustificazione critica a queste sue recenti opere. Una produzione tanto più sorprendente se si considera che essa giunge dopo un decennio (2010-2020) dedicato allo studio del corpo umano, soprattutto femminile, da lui considerato più evocativo e simbolico di quello maschile, e dopo una fase ancora precedente, assai più lunga, incentrata sulle problematiche sociali e politiche. Pittura impegnata quella che ha reso noto Martiradonna, figurazione che da un lato rispondeva alle istanze di rinnovamento interne alle arti visive e dall'altro andava incontro alla necessità di prendere posizione rispetto alle richieste di una società in costante evoluzione. Una varietà figurativa che oggi si apre - non del tutto inaspettatamente - alla ricerca aniconica, in un percorso artistico in continuo rinnovamento, come intuito da Enrico Crispolti, che tra i primi ha inteso mettere in luce questo costante impegno dell'artista al cambiamento, quest'ultimo da intendersi non come adeguamento a mode più o meno passeggere ma come risposte coerenti ad istanze interiori, evidentemente avvertite di volta in volta come pressanti ed inevitabili. Viene naturale credere che a questo passaggio dal figurativo al suo opposto deve aver contribuito in maniera sostanziale l'isolamento determinato dalla pandemia. Un momento di forzata chiusura nello studio che ha spinto l'artista a cercare dentro di sé gli strumenti e le immagini del rinnovamento. Cambiamento ma anche ritorno alle origini se si considera che l'artista ha esordito negli anni Sessanta cimentandosi proprio nell'arte astratta. Nella sua prima personale, del 1962 alla Galleria Piccinni di Bari, infatti, si presenta al pubblico con una serie di disegni astratti, opere che trovano i loro parenti più stretti nelle tele attuali, sessant'anni più giovani. Nato a Bari nel 1935, cresce osservando suo padre, specializzato in decorazione del vetro. Per il suo evidente talento è invitato a presentare domanda di insegnamento nel neonato Liceo Artistico cittadino. La sua candidatura è accolta e dal 1969 fino al 2005 insegna in quell'Istituto discipline pittoriche, formando schiere di artisti. Negli anni Settanta è uno dei protagonisti della Nuova Figurazione, movimento artistico che alla sperimentazione formale coniugava l'impegno sociale. Per Martiradonna la pittura è mezzo di superamento del sé.
In quest'ottica il ritorno all'astrazione va inteso come un andare oltre il percorso fin qui compiuto, ma anche come una personale volontà di effettuare un compendio della sua pluridecennale carriera, possibile solo nel grado zero. L'intaglio delle vetrate, appreso da suo padre e praticato per tutta la vita, insieme ad una oramai ineluttabile necessità di sintesi ritengo costituiscano i fondamenti di questa nuovissima produzione. Su fondi freddi - neri, grigi o verdoni - si distaccano forme di varia natura, alcune minuscole altre grandi al punto da fuoriuscire dai limiti imposti dalla tela. Forme che non si esauriscono nel diktat di geometrie note ma si aprono a molteplici andamenti e ritmi: infinite variazioni sul tema, sempre composte su calibratissime scale cromatiche e studiati accordi tonali. Sinfonie di forme-colore dunque, che sulla superficie della tela disegnano spazi interiori, luoghi in cui la pittura, insieme all'interiorità, misura se stessa. Spazi possibili solo per chi come Martiradonna ha attraversato per intero il linguaggio e le possibilità del mezzo pittorico, apparendo ogni volta coerente e nuovo. 
La mostra, a cura di Anna De Giosa, moglie dell'artista, e Anna D'Elia, è visitabile, con ingresso gratuito, venerdì, sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
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