Il mese clou dell’estate è alle porte e il Comune ha deciso di correre ai ripari mettendo mano alla vecchia convenzione del 1986 in cui si legge testualmente che: «la Soprintendenza si impegna a curare, con tutti i relativi costi, la custodia diurna dalle 8 alle 20» ed a garantire una «proporzionale accessibilità» agli scavi, oltre alla loro valorizzazione. Orari che, purtroppo, non sono mai stati rispettati.]L’intento, dunque, è quello di consentire ai brindisini e ai tanti turisti di passaggio in città la fruizione degli scavi archeologici di San Pietro degli Schiavoni anche di pomeriggio, nel fine settimana o durante i festivi.
Fino ad oggi lo scenario è stato sempre lo stesso: i crocieristi arrivano davanti ai cancelli del teatro Verdi ma puntualmente non hanno accesso all’area archeologica perché non c’è personale. Una situazione a dir poco assurda per una città a vocazione turistica come la nostra.
E così, i brindisini ma anche i visitatori - e ce ne sono stati tanti in questi ultimi mesi - che avrebbero voluto godersi, con i festivi, le bellezze della città hanno dovuto accontentarsi di una passeggiata sui corsi o, al massimo, sul lungomare. La chiusura degli scavi non consente ai turisti di ammirare due interi isolati del V secolo avanti Cristo riportati alla luce nel corso di alcuni lavori edilizi nel 1966.
Una intera città sotterranea che costrinse gli ingegneri
Il cartello con gli orari di apertura è chiaro: il regolare funzionamento della struttura è consentito dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13,30. Nei giorni in cui sono previsti gli approdi dei croceristi (cioè lunedì e martedì) le aperture sono prolungate fino alle 16.30. Poi il sito resta chiuso. E non importa che Brindisi punti a diventare una città turistica, magari riuscendo perfino a destagionalizzare i flussi, e neppure che siano previsti in calendario tanti arrivi da tutta Europa.
Fino a quando non sarà applicata, o perché no aggiornata, la vecchia convenzione dell’86 il Comune ha le mani legate. Impossibile, almeno per ora, ipotizzare la gestione da parte del personale della Brindisi Multiservizi o di altri dipendenti comunali, visto che l’intera area archeologica è al momento sotto la supervisione della Soprintendenza.
Un accordo tra le parti potrebbe finalmente accontentare i visitatori e i brindisini. In tanti ammettono candidamente di non aver mai visitato l’area di epoca romana perché la sua apertura è prevista per periodi piuttosto ridotti.