San Michele Salentino, la città dello “gnummariedd” punta al marchio di qualità

San Michele Salentino, la città dello “gnummariedd” punta al marchio di qualità
di Maria GIOIA
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Sabato 21 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:10

SAN MICHELE - San Michele Salentino punta a diventare “città de lu gnummariedd” e avvia l’iter per il disciplinare di produzione del noto involtino cotto alla brace. Il progetto è stato avviato grazie alla proposta presentata dai macellai locali, in collaborazione con alcuni professionisti del turismo e dell’enogastronomia, e accolta dall’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giovanni Allegrini, con l’obiettivo di valorizzare il territorio partendo dalle tradizioni.
I primi passi verso l’istituzione del marchio De.Co. (denominazione comunale d’origine) de “lu gnummariedd” saranno illustrati lunedì 23 agosto alle 20,30 in piazza Marconi durante una serata-convegno. All’evento prenderanno parte il primo cittadino, i macellai Aldo Chiese, Dario Apruzzi, Michele Calvelli e Stefano Urgese, il cuoco Angelo Epifani, i proponenti del progetto Francesco Zecchino e Pierangelo Argentieri, nonché l’agronomo Cosimo Damiano Guarini e la tecnologa alimentare Sabrina Pupillo. Al termine, previsto per le 21,30, sarà possibile degustare “li gnummariedd” preparati dai macellai di San Michele, acquistando un ticket nel box presente in via San Michele Arcangelo, nei pressi della piazza. La serata sarà allietata dalla musica de “La Tammurriata Nera”, orchestra composta da 15 elementi con un vasto repertorio dedicato alla musica napoletana d’autore. Il concerto è organizzato dall’assessorato allo spettacolo.

Le origini

Nato nella comunità di San Michele Salentino intorno al 1850, dai bisnonni delle famiglie Apruzzi, Chiese, Urgese e Calvelli, attuali proprietari di macellerie di carni locali, “lu gnummariedd” è composto da interiora di ovino, caprino, suino e bovino di piccola taglia. Le interiora subiscono un delicato processo di pulitura, sezionatura e assemblaggio. Il risultato finale è un piccolo involtino che si gusta cotto alla brace. Ottenere il marchio di garanzia consentirà al comune di attestare l’origine locale del prodotto, la sua composizione e le modalità di produzione, secondo un apposito disciplinare. Quindi, una volta attribuito il marchio De.Co., ogni macellaio dovrà impegnarsi a rispettare le disposizioni dello specifico regolamento, il disciplinare di produzione, le indicazioni contenute nella scheda descrittiva del prodotto, così da poterne preservare le caratteristiche.
«Attraverso la De.Co. “lu gnummariedd” acquista una sua identità, oltre ad essere una importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La comunità, quindi, viene considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo. “Lu gnummariedd” come il fico mandorlato e tutti i prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale e l’autenticità del loro territorio di origine. Per questo, come amministrazione, crediamo in questo importante progetto che saprà legare la produzione al territorio, trasmetterne la tipicità, la storia e farne veicolo di promozione turistica», ha spiegato il sindaco Allegrini.
La storia della macelleria a San Michele Salentino ha origini ben più remote rispetto all’istituzione del comune stesso, avvenuta nel 1928, quando è stato dichiarato ente autonomo. Infatti, la macelleria più antica del paese, ancora oggi pienamente funzionate con la quarta generazione di macellai, risale al 1896 ed è stata tramandata di padre in figlio.

Oggi, nella comunità sono presenti nove macellerie con percorsi di vita più o meno recenti che cercano di portare avanti la tradizione delle carni locali e della qualità. Questo elemento fa sì che molti clienti ancora oggi arrivino dai paesi limitrofi, riconoscendo un grande valore alla tradizione della macelleria. 

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