No al carbone per l'ex Ilva? «Migliaia di posti di lavoro a rischio». La rivolta degli operai portuali

No al carbone per l'ex Ilva? «Migliaia di posti di lavoro a rischio». La rivolta degli operai portuali
di Carmen VESCO
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Sabato 7 Settembre 2019, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 09:34

La logica di sistema delle nuove autorità portuali è fallita e in Puglia ha visto il porto di Brindisi soccombere rispetto agli altri porti. Un fallimento aiutato dalla politica locale del contrasto che piuttosto che cercare di trovare soluzioni alla crisi, aiuta, paradossalmente, i porti concorrenti: hanno puntato il dito e aspettano risposte, nonostante una nota che si conclude con una rammaricata buona pace di tutti.
Di fatto l'accusa non è affatto sottile.

Politica del contrasto a questo gridano gli operatori portuali che non ci stanno alle decisioni prese nelle ultime ore in merito alle movimentazioni portuali di Arcelor Mittal a Brindisi. E definiscono quanto sta accadendo la mortificazione del settore portuale a causa di ideologiche strumentalizzazioni scrivono gli operatori portuali che si uniscono in un coro unanime riguardo alla polemica tuttora in atto.
Il documento ufficiale giunge da Ops, il comitato di operatori portuali salentini uniti, e sostiene che ci sarebbero in ballo almeno mille lavoratori di una quarantina circa di aziende che replicano alla notizia della sospensione del procedimento avviato per il nulla osta allo sbarco nel porto di Brindisi del carbone diretto allo stabilimento Arcelor Mittal, ex Ilva, di Taranto.

Ci saremmo aspettati dalla politica una disamina, un approfondimento preventivo e che avesse fornito i dati reali prima di dichiarare guerra alle attività portuali su merci non destinate a Brindisi si legge nella nota -. In tutti i porti vengono quotidianamente movimentate merci di ogni tipo, le attività sono regolamentate da leggi e ordinanze e la tutela ambientale è mantenuta come caposaldo. Questioni politiche relative a scelte per il territorio e per gli impianti produttivi non possono essere confuse con le movimentazioni portuali. E il comune di Brindisi ritiene legittimamente di esprimersi contrario all'utilizzo dei materiali fossili presso lo stabilimento Arcelor Mittal di Taranto ciò non può avere conseguenze dannose verso le attività portuali di Brindisi già in profonda crisi continuano gli operatori.

La richiesta era stata avanzata da una impresa portuale che opera a Brindisi. A quanto si apprende la necessità di movimentare il carbone a Brindisi, a causa del sequestro di una banchina del porto di Taranto dopo il crollo di tre gru costato la vita a un operaio, è stata ritenuta non più attuale. L'ipotesi dell'arrivo di carbone nel porto di Brindisi era stata subito avversata dal sindaco di centrosinistra Riccardo Rossi, sostenuto nell'opporsi all'istanza, da forze politiche di maggioranza e opposizione. Il tavolo tecnico convocato dall'Authority è stato poi annullato.

Gli operatori, però, chiedono all'unisono di prestare attenzione al caso prima di prendere decisioni soprattutto si legge ancora nella nota - in un momento in cui è in atto una guerra tra enti e un evidente contrasto del Comune di Brindisi alla realizzazione di infrastrutture portuali da destinare a traghetti e crociere che oggi non hanno ancora ormeggi dedicati e per questo destinati a scomparire nonostante la strategica posizione geografica del nostro porto. La politica del contrasto a tutto senza ipotesi alternative è irresponsabile e dannosa. Migliaia di posti di lavoro sono a rischio e qualunque nuova ambizione in ambito portuale in ogni settore è mortificata da ideologiche strumentalizzazioni.

Secondo gli operatori del settore portuale se tutte le regole ambientali sono rispettate durante le operazioni è inammissibile pensare di voler bloccare i traffici e perdere opportunità di lavoro oggi vitali ecco perché non comprendono le attuali scelte dell'amministrazione che a loro avviso arriverebbero da lontano. Una mirata a cancellare le vecchie ambizioni di Brindisi di assumere un ruolo di porto strategico nei corridoi internazionali e di leader nel panorama mediterraneo. Ruolo mantenuto solo dai due porti di Bari e Taranto grazie alle tonnellate di merci movimentate che a Brindisi sono quasi del tutto azzerati come è azzerato non solo il destino di un intero comparto ma la speranza di un'economia indotta di tutto un territorio.

Arcelor ha dichiarato ufficialmente di rinunciare a sbarcare carbone a Brindisi.

Con buona pace di tutti conclude la nota avvelenata di Ops.

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