Nel porto di Brindisi il carbone per l'ex Ilva. Ma il sindaco protesta

Nel porto di Brindisi il carbone per l'ex Ilva. Ma il sindaco protesta
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 4 Settembre 2019, 09:13
Ritorno al carbone? No grazie. Il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ha manifestato la propria netta contrarietà a una richiesta che egli stesso ha voluto rendere nota: Arcelor Mittal, ex Ilva, intenderebbe sbarcare attraverso un operatore portuale 30mila tonnellate di carbone e di materiale ferroso al giorno in altri porti, tra cui quello di Brindisi, non potendo utilizzare le banchine del IV sporgente del porto di Taranto, sotto sequestro dopo un incidente con la gru costato la vita a un operaio. A quanto riferito da Rossi la comunicazione dell'azienda è giunta all'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale che l'ha girata a palazzo di città e che ha convocato per venerdì prossimo una riunione. Il minerale, movimentato a Costa morena, dovrebbe essere poi trasportato a Taranto con camion, quindi su strada.

«Anticipiamo pubblicamente che siamo assolutamente contrari ha dichiarato il sindaco Riccardo Rossi - all'uso del nostro porto per lo scarico di altro carbone necessario ad alimentare l'ex Ilva. Brindisi ha già pagato un prezzo altissimo ed ha avviato una fase di decarbonizzazione che non vogliamo si fermi. Non pensiamo che si debba riaprire un'altra stagione in cui il carbone sia protagonista».
Le motivazioni sono chiare: prima di tutto ci sono le questioni ambientali, molto a cuore al primo cittadino di Brindisi il cui percorso politico è stato segnato dalle battaglie ambientaliste, con particolare al riferimento al carbone. C'è poi un altro punto importante, legato al precedente: il futuro della città, che si immagina sì industriale, ma anche e soprattutto improntato sul turismo e sulla ricettività.

«Non ci sembra neppure che sia accettabile va avanti Rossi - per una città che vuole puntare su passeggeri, crocieristi e merci pulite, far scaricare il carbone proprio dove dovranno sbarcare i turisti. Senza contare l'inquinamento e le condizioni ambientali che potrebbero provocare centinaia di camion che da Brindisi dovranno raggiungere Taranto ogni giorno».
La posizione dell'Authority non è al momento chiara. Il percorso di decarbonizzazione che sta compiendo è invece storia parzialmente scritta.
L'iter è stato avviato da Enel, proprietaria della centrale termoelettrica Federico II. La data limite per la riconversione a gas dell'impianto di Cerano è stata fissata nel 2025.
Le procedure sono in atto, si tratta di un percorso condiviso. E di una deadline, quella del 2025, che potrebbe essere suscettibile di variazioni solo nel caso in cui dovessero esserci degli intoppi o dei problemi burocratici.

L'intenzione è quella di dire addio per sempre al carbone, combustibile fossile che ha segnato la storia di Brindisi e il cui utilizzo è già nettamente diminuito negli ultimi anni. Viene trasportato nei carbonici, coperti, attraverso 13 chilometri di nastro trasportatore. Arriva alla centrale di Cerano che tuttavia non è più così attiva come un tempo. Nel porto si sono movimentate 2 milioni e mezzo di tonnellate di minerale nel 2018, quando in passato si erano raggiunte quote molto più alte, anche 8 milioni.
Appare scontato, dalle richieste fatte, che la soluzione di Arcelor Mittal, che probabilmente intende sondare la disponibilità di più porti oltre a quello di Brindisi, sarebbe solo temporanea. Dalla durata di qualche mese. Ma è altrettanto inequivocabile la posizione dell'amministrazione comunale che non intende assolutamente fornire il proprio assenso.
Il Comune ha ricevuto la nota dell'Autorità portuale, alla quale era stata destinata l'istanza dell'azienda che si occupa della movimentazione del combustibile e parteciperà all'incontro fissato per dopodomani. Il sindaco, prima di esplicitare la propria opinione una volta seduto al tavolo istituzionale, ha deciso di sollevare il polverone. Un no netto, il suo, e a quanto pare non negoziabile.
Mai più carbone, a Brindisi, senza deroghe: tenuto conto, tra l'altro, che laddove attraccano le carboniere sostano anche le navi da crociera che fanno scalo nel bel porto del basso Adriatico.
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