Fabiano Amati: «Rappresento una provincia che si sente abbandonata»

Fabiano Amati: «Rappresento una provincia che si sente abbandonata»
di Oronzo MARTUCCI
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Giovedì 24 Settembre 2020, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 12:51
Fabiano Amati, avvocato, fasanese, 51 anni, è stato eletto consigliere regionale con il Pd in provincia di Brindisi per la terza volta ed è risultato il candidato più votato della circoscrizione, con 10.407 preferenze.
Amati, si aspettava questo successo?
«Non mi aspettavo un risultato di queste proporzioni. Però penso di aver svolto un ruolo di supplenza rispetto al governo regionale che in provincia di Brindisi non è stato rappresentato durante l'intera legislatura. Ho associato un impegno sulle grandi opere, non solo in provincia di Brindisi, al contatto diretto e quotidiano con i cittadini. Questo impegno è stato riconosciuto».

La sua città, Fasano, le ha dato 6.401 preferenze personali, addirittura più di quelle riservate al candidato del centrodestra Raffaele Fitto, che a Fasano ne ha raccolte 6.023. Lei ha svolto un ruolo di supplenza di governo nella sua città?
«Mi sono occupato ovviamente di Fasano, ma il mio lavoro di consigliere si è sviluppato su temi che riguardano l'intera regione, non solo la provincia di Brindisi, come è accaduto con l'impegno per azzerare le liste di attesa in sanità, per contrastare la xylella, per il piano casa, per ottenere ospedali di comunità dove non erano previsti. E ancora ho chiesto acqua e fogna per tutti e ho condotto una battaglia per l'obbligo vaccinale, ricevendone molte ostilità da no vax e altri gruppi».

Emiliano dopo la vittoria ha riconosciuto che è necessario rimediare agli errori commessi. A quali errori si riferiva?
«Beh, penso che sia necessario azzerare le liste di attesa, partendo dalle soluzioni individuate dal governo nel piano nazionale, e rivedere il sistema di accesso al Cup, che spesso si trasforma in un calvario per il cittadino-utente. La xylella resta un'emergenza da affrontare con maggiore determinazione, permettendo reimpianti che garantiscano la biodiversità nelle zone colpite».

Altri temi su cui è necessario caratterizzare la nuova legislatura regionale?
«Il piano rifiuti è una priorità, perché i materiali differenziati devono essere trattati e riciclati negli impianti, che vanno costruiti. Poi c'è il tema dei nuovi ospedali: due sono partiti, quello di Fasano-Monopoli che sto seguendo con particolare impegno ed è in fase avanzata e l'altro di Taranto, appena appaltato e con l'impegno della società che ha vinto la gara di completare i lavori in 399 giorni. A questi ospedali bisogna aggiungerne altri tre, uno destinato al Sud Salento, per i quali dobbiamo assumere l'impegno di far partire i lavori entro la legislatura».

Ritardi e difficoltà ce ne sono.
«Anche per questo mi candidai alle primarie del centrosinistra per individuare la guida della coalizione. Però devo riconoscere che il presidente Emiliano ha fatto una bella dichiarazione, quando ha ammesso di aver avuto paura di perdere, perché non tutto è andato bene nella passata legislatura. Ecco: sono orgoglioso di aver contribuito a porre le basi per questa nuova fase».

Il segretario regionale del Pd, Marco Lacarra, ha detto però che è andato tutto bene e che i risultati hanno smentito, testualmente, illustri dirigenti politici e commentatori che hanno paventato un rischio di sconfitta che non è mai stato reale.
«Evidentemente non è d'accordo con Emiliano, se lo smentisce».

Lei ha avuto paura che il centrosinistra potesse essere sconfitto?
«Ho temuto, perché sentivo il clima della provincia di Brindisi che si considera abbandonata. In ogni caso, come metodo, tutti dobbiamo avere paura e allo stesso tempo la forza di trasformare la paura in coraggio».

La provincia di Brindisi ha diritto a esprimere un rappresentante in giunta? Lei ambisce a un incarico di giunta?
«Farò ciò che deciderà il presidente. Ho lavorato per la mia provincia anche senza avere incarichi in giunta. In ogni caso chi sta in giunta non deve governare solo per la provincia dove è stato eletto».

C'è un impegno di lungo periodo al quale le piacerebbe dedicarsi?
«Brindisi è una città bella, dove si può fare tutto, perché ha storia, cultura, bellezze architettoniche, centri di ricerca, industria. Si può fare turismo, ha un porto e un aeroporto in continuità logistica. Però vedo che non si riesce a decidere neppure un piccolo intervento nel porto e ha ancora tre quartieri senza acqua e fogna».

Da cosa dipendono i ritardi di Brindisi?
«Da una notevole carenza di classe dirigente. Però vedo che la città e i cittadini di Brindisi hanno sete di classe dirigente».
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