Funghi velenosi scambiati per chiodini: un intossicato. Si tratta del terzo caso in pochi giorni

Funghi velenosi scambiati per chiodini: un intossicato. Si tratta del terzo caso in pochi giorni
di Salvatore MORELLI
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Domenica 8 Novembre 2020, 10:01

Nuovo caso d'intossicazione da funghi nella provincia di Brindisi. Un 56enne di Carovigno si è presentato nella notte tra venerdì e sabato presso l'ospedale di Ostuni dopo aver mangiato funghi velenosi della specie Inocybe raccolti in campagna e scambiati per Tricholoma terreum, detti anche morette e noti dalle nostre parti come chiodini o cardellicchi.

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L'uomo, dopo un paio di ore ha iniziato ad avere sintomi tipici di una tossicità relativa a un'ingestione da funghi sospetti: tremori, sudorazione e diarrea. Dopo il ricovero è stato sottoposto ad osservazione. In merito al nuovo caso, ancora una volta è stato contattato l'esperto del Centro di controllo micologico della Asl di Brindisi, Giampaolo Amatori, che ha identificato il fungo mangiato dal 56enne. La terapia del caso è stata poi disposta (come avviene in tutti casi di avvelenamento da funghi) in collaborazione con il Centro antiveleni di Milano.
Come sempre, in questi casi, è fondamentale l'intervento dei micologi del Centro Asl per comprendere quali specie di funghi causano le intossicazioni, in modo da supportare il lavoro dei medici davanti a problemi che possono diventare molto dannosi per fegato e reni. I vari malori (vomito, diarrea, crampi all'altezza dello stomaco, sudorazione, disturbi cardio-respiratori, turbe neurologiche e vertigini) sono di solito avvertiti pochissime ore dopo aver ingerito i funghi, ma in alcuni casi i problemi possono presentarsi anche dopo 12-20 ore.


Purtroppo, come ogni anno in autunno, si inizia a parlare di avvelenamento da funghi.

Tutta colpa del caldo-umido che dopo la pioggia delle scorse settimane ha arricchito di questo gustoso e pericoloso - se non approcciato con le giuste conoscenze - alimento molte zone di campagna, come anche i boschi del Salento e della Valle d'Itria, favorendo così una corsa all'accaparramento che ha già provocato tre casi di avvelenamento nella nostra provincia.


L'episodio del 56enne di Carovigno, infatti, segue a qualche settimana di distanza altri due casi d'intossicazione. Ad Ostuni, una cena in famiglia (dopo aver consumato un mix di funghi del tipo Russule e Poletase, conservati sott'olio in un vasetto) aveva visto finire in ospedale un donna del posto: la classica manifestazione da avvelenamento era apparsa tre ore dopo l'ingestione. I funghi risultati tossici erano stati raccolti a qualche chilometro del paese, nella zona di San Biagio, provocando alla donna sintomi di freddo, febbre, diarrea e vomito.


L'altro ricovero (sempre presso l'ospedale di Ostuni) aveva coinvolto un fasanese che aveva raccolto dei funghi sulle colline circostanti, risultati anche in questo caso velenosi dopo il controllo micologico della Asl di Brindisi che come ogni anno - di questi tempi - lancia un appello sui funghi: Bisogna prestare molta attenzione anche quando vengono regalati o comprati da venditori di bancarella improvvisati, senza alcun patentino. Inoltre, bisogna stare molto attenti anche quando la vendita avviene in alcuni paesi della nostra provincia con il classico porta a porta, fatto da amici o conoscenti.


In merito ai primi tre casi di avvelenamento, non manca un altro consiglio da parte dell'Asl quando dopo l'assunzione dei funghi si avvertono i primi disturbi a danno dell'apparato gastrointestinale: bisogna recarsi immediatamente in ospedale per avere una diagnosi certa. Inoltre, non guasta nemmeno portarsi dietro una documentazione sul tipo di fungo ingerito, anche per cercare di somministrare al più presto un valido antidoto.

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