Svuota il conto della zia: la nipote va a processo

Svuota il conto della zia: la nipote va a processo
di Alfonso SPAGNULO
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Giovedì 27 Maggio 2021, 23:07 - Ultimo aggiornamento: 23:08

FASANO - La zia non godeva di buona salute e la nipote ha approfittato per sottrarle oltre 35mila euro, prosciugando i suoi conti. È questo il sunto di una vicenda che si è consumata a Pezze di Greco, poco più di tre anni fa, e che negli ultimi giorni ha conosciuto un importante risvolto giudiziario. Ma andiamo con ordine. Un’anziana donna di Fasano, deceduta poco meno di tre anni fa, veniva assistita da una sua nipote, 58enne, negli ultimi mesi di vita. Per testamento, l’anziana signora aveva disposto che alla nipote che l’assisteva fosse lasciata in eredità un’abitazione, disponendo invece che i restanti soldi depositati sui conti correnti di sua proprietà sarebbero dovuti andare ai rimanenti eredi, ossia una cognata ed altri nipoti. Deceduta l’anziana donna, ed acquisiti gli estratti conto, i parenti destinatari delle somme depositate sui conti correnti si sono accorti che non c’era più nulla da dividersi: da un libretto postale erano stati prelevati in maniera sospetta con diverse operazioni consecutive, nelle settimane antecedenti la morte della donna, notevoli somme di denaro. Il tutto fino a prosciugare il conto, per un ammanco di oltre 35mila euro. I parenti, insospettiti, hanno da subito chiesto conto alla nipote che assisteva la donna interessata da diversi problemi di salute, e quindi impossibilitata a muoversi di casa.

La nipote non ha saputo fornire spiegazioni.

Le indagini

Da qui una denuncia dettagliata e circostanziata, despositata presso la caserma dei carabinieri di Pezze di Greco. I militari hanno acquisito i documenti necessari da Poste Italiane, raccolto informazioni e testimonianze, appurando come la stragrande maggioranza di tali operazioni erano state effettuate proprio dalla nipote della zia defunta (mentre la zia era ancora in vita). Tra le operazioni, ne spicca una di un valore pari a 18.520 euro circa, con contestuale versamento su un libretto postale appartenente proprio alla nipote della donna defunta.
Grazie alla minuziosa denuncia dell’avvocato Blonda, e al lavoro svolto dai carabinieri, concluse le indagini, il pubblico ministero Luca Miceli ha chiesto ed ottenuto che la donna fosse rinviata a giudizio con l’accusa di appropriazione indebita aggravata da tre fattori: aver commesso il presunto reato approfittando della minorata difesa dell’anziana in fin di vita; l’aver provocato un danno di rilevante entità; l’aver approfittato del rapporto di parentela e assistenza fornita all’anziana donna. Il processo, causa Covid, è stato rinviato a luglio. Gli avvocati Mauro Blonda e Maria Rosaria Olive (che assiste uno dei parenti) si sono costituiti parte civile per i parenti.

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