Firmò per la “Buona scuola”:
Giuliano ministro del M5s

Firmò per la “Buona scuola”: Giuliano ministro del M5s
di Roberta GRASSI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 1 Marzo 2018, 13:31 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 11:59

«L’ipotetico governo firmato Cinquestelle è varato. E nella lista dei ministri spicca il nome, per l’Istruzione, di Salvatore Giuliano, il “preside 2.0” dell’istituto tecnico industriale Majorana di Brindisi, una delle scuole più note d’Italia proprio per le iniziative avanguardiste del suo preside. La “nomina” anticipata, però, è finita subito in un vortice di polemiche e contestazioni. Sin dal momento della presentazione, in diretta, nello studio della trasmissione televisiva “L’aria che tira”, su La7. Di Maio è lì, Giuliano risponde con un piglio non così perentorio a una domanda sulla necessità di abolire la Buona scuola. E l’ex premier Matteo Renzi ne approfitta: «È un nostro amico, consulente della Giannini e della Fedeli. Lo ricordo darmi il suo sostegno pubblico», dice.
Il dirigente scolastico, già criticato per aver ospitato a scuola, al Majorana il candidato premier pentastellato il 9 febbraio scorso, quando si trovava in Puglia per il tour elettorale, è subito costretto a difendersi: «Visita strumentalizzata» specifica, riferendosi al dissenso di cui fu apripista Mauro D’Attis, candidato alla Camera di Forza Italia, e a cui seguì anche il Pd.
Come se non bastasse: «Ha scritto la Buona scuola» rincarano la dose i Dem. Del resto il nome del preside figura nell’elenco dei firmatari di un documento in cui il programma renziano sull’istruzione veniva difeso a spada tratta. Ed è un dato di fatto che egli sia stato nello staff del ministro Stefania Giannini prima e del successore Valeria Fedeli poi. È altrettanto riscontrato che molti ministri si siano recati in visita istituzionale al Majorana. Da Francesco Profumo a Maria Chiara Carrozza.
Ma tornando al botta e risposta di ieri, a dare la stura ai rimbrotti è stata proprio l’affermazione di Giuliano in tv. A domanda mirata sulla Buona scuola e sulla sua “necessaria” abolizione, punto programmatico del M5s, Giuliano ha inizialmente risposto sostenendo che andasse migliorata e non cancellata. Per poi correggere il tiro subito dopo con una nota: «La buona scuola è un provvedimento disastroso, che ha distrutto la vita di migliaia di insegnanti». Non sfugge a qualcuno che tre anni addietro il dirigente scolastico brindisino avesse lanciato, con altri tre dirigenti, un appello intitolato «Io non sciopero e voglio migliorare il ddl» per prendere le distanze dalla manifestazione organizzata dai sindacati.
«Non scioperai in occasione dello sciopero del 5 maggio – ha aggiunto - contro la 107 poiché coincideva con le prove invalsi. Insieme a tanti docenti e dirigenti sostenemmo che la 107 andava superata».
Al coro si aggiunge Matteo Renzi, che ricorda il lavoro di Giuliano come membro dello staff del Miur, a partire dal 2006: «Giuliano è un nostro amico – dice - è un consulente della Giannini e della Fedeli. È un preside, anche bravo, che ci ha aiutato a scrivere la riforma della Buona scuola».
 
«In tanti momenti – racconta - anche di polemiche e insulti, lo ricordo darmi il sostegno pubblico: “presidente sono con lei, vada avanti”».
La risposta del “ministro designato” arriva in serata: «Sono stato presentato 4 ore fa e ho scoperto di essere stato quello che ha scritto la Buona Scuola, non ho scritto un rigo. Scopro di avere amicizie importanti, io l’onorevole Matteo Renzi l’ho visto due volte in pubbliche occasioni, ho una concezione di versa di amicizia. Questa mattina in una trasmissione ho usato forse un termine troppo morbido, dicendo superiamo la riforma. Allora dico riscriviamola» ha detto in occasione della presentazione dell’intera squadra pentastellata.
«Ho partecipato ai cantieri, occupandomi dei laboratori – ha proseguito - tecnologici, da maggio a giugno dell’anno prima della Buona Scuola. La Buona Scuola che è uscita non era minimamente quella per la quale, attraverso i laboratori, avevo dato indicazioni».
Renzi ribatte ancora pubblicando un filmato su Twitter in cui Giuliano lo incita, durante un evento del 2015 a Venaria. La conferma dell’impegno per la Buona scuola arriva anche dall’ex ministro Stefania Giannini, insieme all’in bocca al lupo.
L’ultima parola, in una giornata senza fine, spetta a Di Maio: «Giuliano? Questo è un paese in cui Renzi aveva il 40 per cento dei consensi, in tanti avevano fiducia in lui. Ma ora questo consenso è sceso: quando conosci Renzi poi lo eviti. Giuliano è uno che ha partecipato al cantiere per la buona scuola e poi si è reso conto che con la buona scuola quella roba non c’entrava nulla».

© RIPRODUZIONE RISERVATA