Ritardi e tamponi perduti: c'è chi aspetta l'esito da due settimane

Ritardi e tamponi perduti: c'è chi aspetta l'esito da due settimane
di Lucia PEZZUTO
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Mercoledì 1 Aprile 2020, 09:21
Tamponi negati ed esiti in ritardo: è un problema nazionale ma il pastrocchio di Brindisi rischia di diventare un caso nel già pesante quadro generale. Per l'analisi dei tamponi per il Covid-19 nel laboratorio dell'ex ospedale Di Summa a Brindisi da oggi sarà operativo l'estrattore automatico per accelerare le procedure, ma si attendono ancora gli esiti di quelli eseguiti una settimana fa e oltre. In due giorni nel laboratorio analisi dell'ex ospedale Di Summa di Brindisi sono stati processati 75 tamponi, in pratica sono stati smaltiti parte dei tamponi in ritardo e per i quali si attendeva l'esito.

Si tratta di tamponi che erano stati rifatti sui pazienti ospedalieri che aspettavano una risposta da oltre una settimana. In un clima pesante accade anche questo. Che tamponi compiuti su persone a rischio professionale per il contagio da coronavirus o a contatto con altri contagiati siano andati perduti nella triangolazione tra Brindisi e i laboratori di Barletta e Foggia, tanto da richiedere un secondo test che in molti casi non è stato neppure possibile effettuare dopo quasi due settimane, nonostante le rassicurazioni. E' accaduto anche che personale sanitario in quarantena non si sia potuto recare al lavoro nonostante la necessità e la disponibilità.

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Ma c'è un altro fronte che, se possibile, rende tutto ancora più paradossale. Un laboratorio privato, l'Apulia Gentics lamenta che, nonostante da febbraio abbia inviato espressa disponibilità della struttura e della strumentazione per l'esecuzione delle analisi Covid-19, ad oggi, l'Asl di Brindisi non si sia ancora espressa in merito alla semplificazione di un processo diagnostico più snello ed efficace per combattere la pandemia. Un fatto grave, tanto più se si considera che Apulia Genetics ha trovato sul mercato dei reagenti necessari sia per la diagnostica che per l'estrazione dell'Rna, che a breve saranno disponibili, mentre la struttura pubblica brindisina ne dispone in numero assai limitato (così come si evince dalle dichiarazioni ufficiali dei responsabili dell'Asl).

Storia di burocrazia, vincoli e forse disattenzioni. Ora con l'arrivo dell'estrattore già da oggi in teoria sarebbe possibile dare una accelerata e ad andare a regime con l'analisi di 90 tamponi al giorno. L'estrattore automatico di acidi nucleici MagNa Pure di Roche Diagnostics è completo di kit di reagenti, quegli stessi reagenti che negli ultimi giorni mancavano e per la carenza dei quali non era stato possibile eseguire altri test. Ma il direttore generale della Asl di Brindisi ha anche annunciato che oggi è in arrivo dall'Olanda un altro estrattore Life Technologies Europe sempre con relativi kit. «Con due estrattori per la preparazione automatizzata dei campioni - ha spiegato il direttore dell'Unità operativa complessa di Patologia clinica del Perrino, Angelo Santoro, responsabile del laboratorio di analisi del Di Summa- riusciremo a esaminare centoventi tamponi al giorno con un risultato per il primo gruppo disponibile in cinque ore. In più lavoreremo anche con metodi di analisi alternativi per monitorare gli anticorpi nel sangue e l'antigene nel tampone».

Di fatto, però, il laboratorio dell'ex Di Summa sarà in grado di soddisfare solo in parte la richiesta dell'analisi dei tamponi sul territorio brindisino perché all'interno dell'ospedale Perrino, diventato ospedale Covid, si prospetta un altro problema ed è quello determinato dalle richieste urgenti e per le quali sarebbe necessario approntare dei kit di analisi rapida.
Nella notte tra sabato e domenica un paziente è rimasto intubato all'Obi (zona Covid-19 al Pronto soccorso) con un rianimatore, tolto alla Terapia Intensiva, perché caso sospetto. Il suo tampone è stato portato in auto all'ospedale di Taranto, dove è possibile processare i campioni urgenti. Il risultato è arrivato dopo diverse ore, era circa l'ora di pranzo, ed era negativo.

Nel frattempo però è stato necessario che un rianimatore restasse con lui, e non è stato possibile spostare il paziente in Terapia Intensiva o in altri reparti. Emblematico anche il caso di Angela, l'addetta alla pulizia del reparto Utic dell'ospedale Perrino. La donna, dipendente della Sanitaservice il 20 marzo è stata sottoposta a tampone dopo essere stata a contatto con un cardiologo risultato positivo, e soprattutto dopo aver manifestato diversi sintomi quali febbre e tosse. Oggi è ancora chiusa in casa con una bimba di 10 anni ed il marito in attesa di sapere se sia positiva o meno al Covid. Il suo tampone è stato inviato a Foggia come tante altre decine di tamponi per i quali si attende l'esito.

Ma la situazione in casa di Angela si sta facendo ancora più complicata perché nel frattempo anche il marito si è ammalato, ha la temperatura alta e non si sente bene. Tutto questo nel dubbio di essersi contagiati a vicenda. La situazione della donna è comune ad tante altre persone, tutte in attesa di avere risposte. Molte di queste sono operatori sanitari che nel frattempo sono costretti a stare a casa in via precauzionale magari presentando certificati di malattia ed anche quando la febbre passa continuano a restare lontani dai luoghi di lavoro per timore di essere ugualmente positivi.
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