Da detenuto a operatore sanitario: «Ero un delinquente, ora combatto con voi per vincere il dramma coronavirus»

Da detenuto a operatore sanitario: «Ero un delinquente, ora combatto con voi per vincere il dramma coronavirus»
di Michele IURLARO
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Mercoledì 18 Marzo 2020, 09:09
«Ero un delinquente e ora, lontano dalla mia Francavilla, combatto anche per voi. Combatto per i miei cari e per la mia famiglia contro il coronavirus». In tempi di paura, prevenzione e contagi. In tempi difficili, complicati, crudeli. In tempi di coronavirus, la storia di Lorenzo Rochira è una storia di redenzione, ma anche di speranza infinita. Una storia di rieducazione possibile, che offre spunti di riflessione infiniti ed uno spaccato di vita quotidiana. Ciao ragazzi, sono Lorenzo Rochira, un pluri-pregiudicato di Francavilla Fontana. Quando ero in semilibertà, tre anni fa, ho fatto il corso Oss per operatore socio-assistenziale. Dopo tutti i miei guai, ho voluto provare ad avere finalmente una vita normale, reduce da 20 anni passati tra carcere e sprazzi di libertà.

Lorenzo, per la sua storia, sceglie la formula della lettera. Racconta chi era, racconta chi è stato. Lorenzo racconta, soprattutto, chi è oggi. Lorenzo, un ex pregiudicato che si trasforma in modello umano e sociale. Dopo gli arresti e la condanna, per Lorenzo è arrivata la reclusione. È arrivato il distacco dai propri cari e, pure, una strepitosa voglia di redimersi. Ho girato scrive Rochira - quasi tutte le carceri tra Brindisi e Milano, ma adesso sono un operatore socio-sanitario di quelli bravi e lavoro in una Rsa a Milano. Si chiama Saccardo, siamo circa 600, tra i quali anche stranieri. Della sua vita, che sembrava perduta, Lorenzo ha voluto fare un esempio. Ha studiato, si è preparato e specializzato. Per diventare un operatore socio sanitario, di quelli bravi.

Di quelli che, evidentemente, ogni giorno sono impegnati sul campo, per fronteggiare pure loro, più di altri, la terribile emergenza. «Da qualche giorno però ci portano un sacco di gente. La portano da noi perché gli ospedali qui in Lombardia, ci dicono, sono al collasso. Prima ammette Lorenzo - non ho mai avuto paura, neanche nella mia precedente vita da delinquente. Ora però ho un po' di paura. E penso alla ragazza con cui convivo, una sudamericana con la quale ho avuto un figlio. Penso ai miei due altri figli, uno di 23 anni, e un'altra che il 18 marzo (oggi) ne fa 20. Tutti i miei familiari sono a Francavilla Fontana, vorrei tornare per riabbracciarli, ma sono bloccato qui. Resto qui perché qui hanno bisogno di me e perché non vorrei causare contagi nella mia Francavilla».

Senso del dovere, responsabilità. Infinita paura. La storia di Lorenzo Rochira, originario di Francavilla Fontana, è la storia di chi ha cercato e trovato la redenzione. Di chi, tre anni fa, ha raccolto quel che rimaneva di una vita sbagliata e la raddrizzata con la forza della volontà. Con il coraggio di chi, oggi, ha paura. Il coraggio di chi, oggi, ha tanta speranza. «Io non mi arrendo, l'Italia non si arrende. Grazie conclude Lorenzo - anche a quelli come me. Vi abbraccio, a distanza!».
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