Stavolta lo ha deciso il plenum del Csm, ed è quindi definitivo: il giudice Valerio Fracassi, già componente del Consiglio superiore della magistratura, resterà a Brindisi perché non è maturata nessuna incompatibilità ambientale a seguito della pubblicazione di alcune chat con Luca Palamara, ex magistrato finito al centro di uno scandalo su nomine di colleghi e incarichi direttivi e semidirettivi.
L'audizione
Fracassi è stato audito ieri mattina, è intervenuto per circa mezz'ora e ha chiarito la propria posizione nell’ambito del procedimento, collaterale a quello disciplinare, che riguardava unicamente la decisione sulla permanenza a capo dei gip di Brindisi, sezione di cui è presidente. Lo assiste il collega, presidente del Tribunale di Brindisi, Alfonso Pappalardo.
I testimoni
Hanno avuto un peso rilevante le testimonianze di stima che sono giunte dai colleghi sentiti come testimoni.
Il dubbio che potessero esservi dei condizionamenti nell’ordinaria attività del giudice, era stato alimentato dalle questioni trattate nelle chat dello scandalo Palamara da cui emergeva che Fracassi aveva chiesto di poter tornare al proprio posto, una volta finita l’esperienza fuori ruolo a Roma. Una prassi, tuttavia, consolidata. E si era esposto in favore della nomina di Roberto Tanisi come presidente della Corte d’Appello, poi invece assegnata a Lanfranco Vetrone, il suo concorrente, sulla base di una sentenza amministrativa.
Nessun condizionamento
Non c’è alcun problema nei rapporti istituzionali e di colleganza tra le toghe salentine. Men che meno ci sono stati condizionamenti di tipo “oggettivo”, per il tanto clamore suscitato dallo “scandalo” Palamara, sull’operato del gip Fracassi. Lo ha confermato lo stesso Vetrone, sentito dal Csm. E lo hanno ribadito il procuratore della Repubblica di Brindisi, Antonio De Donno e al componente del consiglio dell’ordine degli avvocati, Cosimo Lodeserto che hanno espresso parole di apprezzamento per il lavoro svolto dal giudice brindisino. La prima commissione del Consiglio superiore della magistratura, competente sui trasferimenti d’ufficio per incompatibilità funzionale o ambientale, sta tra l’altro esaminando i fascicoli relativi a tutte le toghe che hanno avuto contatti Whatsapp con l’ex pm Luca Palamara.
I procedimenti aperti
Sono aperti attualmente procedimenti per 27 magistrati, in relazione alla bufera il cui ultimo effetto è stata la pubblicazione di un libro-intervista proprio a Palamara. Sono state promosse dopo le 11 sfociate in giudizi davanti al Csm, come quelli già in corso ai 5 ex togati per la riunione all’hotel Champagne sul procuratore di Roma.