La dirigente Carrozzo via dall'Urbanistica: dirigerà il settore Patrimonio e Casa del Comune

Il municipio di Brindisi
Il municipio di Brindisi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Martedì 12 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:25

Via l’architetto Marina Carrozzo dal settore Urbanistica del Comune di Brindisi. Come si mormorava già da tempo, anche nella stessa commissione consiliare alla Pianificazione del territorio, il sindaco Giuseppe Marchionna nelle scorse ore ha firmato un decreto sindacale con il quale riorganizza le posizioni dirigenziali delle varie ripartizioni di palazzo di città.

Lo spostamento

E la prima cosa che balza agli occhi, anche perché si tratta sostanzialmente dell’unica modifica, è che a guidare il settore Urbanistica sarà, ad interim, l’architetto Fabio Lacinio, che già dirigeva (e continuerà a farlo) i Lavori pubblici. Lo Sportello unico attività produttive, che fino ad oggi faceva parte dell’Urbanistica, è stato invece “spacchettato” ed unito al settore Pubblica istruzione e Attività produttive, diretto da Nicola Zizzi, che è anche il dirigente del settore Servizi demografici. L’architetto Carrozzo, dunque, da oggi si occuperà di dirigere il settore Gestione patrimonio immobiliare, che ha competenze su beni demaniali, case popolari, proprietà comunali e beni confiscati.

Le critiche passate

Uno spostamento del quale, come detto, si mormorava già da tempo. Del resto, già quando il centrodestra era all’opposizione, tra i presunti responsabili di quella che veniva denominata la “politica del no a tutto” era indicata proprio la dirigente Carrozzo (in passato minacciata da anonimi e perfino aggredita in Comune), oltre che naturalmente il suo assessore di riferimento dell’epoca, Dino Borri, e l’allora sindaco Riccardo Rossi.

Le frizioni presenti

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stato il comportamento, che per diversi rappresentanti dell’attuale maggioranza ha travalicato le competenze dirigenziali, tenuto in occasione delle osservazioni al nuovo Piano regolatore portuale, che sta scontando l’iter della Valutazione ambientale strategica. Documento inviato dalla dirigente e che non riportava la firma né del sindaco né dall’assessore all’Urbanistica ed alla Pianificazione del territorio, nonché vice sindaco, Massimiliano Oggiano. Fattispecie che aveva creato. Da palazzo di città, infatti, era trapelato che sia il primo cittadino che i suo vice avrebbero appreso del documento solo il giorno dopo che questo era stato inviato, dunque a termini già scaduti.

Ma una cosa simile era successa, per la verità, con le osservazioni allo stesso Prp nella fase di scoping, ovvero quella preliminare.

Le accuse

A poche ore dall’accaduto, l’assessore Oggiano era stato molto critico nei confronti della dirigente. «Si tratta di un parere - aveva detto - che avrebbe dovuto rilasciare il Comune e non l’ufficio Urbanistica. Lo rilascia il rappresentante dell’amministrazione o chi per lui. Tra l’altro, all’interno ci sono valutazioni anche di ordine politico. E chi fa le valutazioni di ordine politico? La parte politica, naturalmente. Poi, per carità, è legittimo avere delle idee. Ognuno di noi le può avere. Ma quando svolgi un incarico di rappresentanza di un ente pubblico, devi rispettare funzioni e ruoli. In questo caso, si è assunta una funzione che non competeva, perché spettava all’amministrazione ed al suo legale rappresentante».

Il caso Prp

All’interno del documento, aveva aggiunto Oggiano, «ci sono affermazioni che fanno il paio con quelle di altri che si sono espressi nell’ambito delle osservazioni». Un riferimento, forse, alla vicinanza di alcuni argomenti con quelli delle associazioni ambientaliste o con quelle della passata amministrazione. «Posizioni - ribadisce il vice sindaco e assessore all’Urbanistica - legittime, sia chiaro. Ma possiamo noi, come amministrazione, esprimere le nostre? Dobbiamo essere messi in condizione di poterlo fare». Apprendendo dell’invio solo a termini scaduti, dunque, l’amministrazione non avrebbe avuto la possibilità di preparare un proprio documento. «Anche perché - aveva sottolineato Oggiano evidenziando la posizione favorevole dell’amministrazione rispetto al documento - il Piano regolatore portuale è una pianificazione fondamentale, che deve scontare tutte le procedure previste dalla legge ma non deve più essere bloccata da quelle forme di ostruzionismo ed appesantimento burocratico al quale sono state sottoposte tutte le opere portuali come, per citare alcuni esempi, la colmata di Capo Bianco, il pontile a briccole, la cassa di colmata, gli accosti di Sant’Apollinare.

I precedenti recenti

Lo stesso “mancato coordinamento” tra uffici e parte politica si sarebbe verificato, secondo quanto trapelava dai corridoi di palazzo di città, tra l’altro per due volte, durante l’iter autorizzativo relativo ai progetti di elettrificazione delle banchine di Brindisi e Bari, tanto che la conferenza dei servizi si sarebbe conclusa positivamente per l’opera nel capoluogo di regione e negativamente per quella nella città messapica.

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