Dapprima la segnalazione alla centrale operativa della polizia di Brindisi, poi le indagini e l’arresto lampo di un giovane accusato di furto dei cavi elettrici. Gli agenti delle volanti della Questura sono riusciti ad identificare a tempo di record il presunto responsabile. Non solo, sempre gli agenti sono riusciti a recuperare la refurtiva ed individuare altre tre persone accusate a vario titolo di favoreggiamento e ricettazione.
L’operazione
Portata a termine con successo dagli uomini del questore di Brindisi, Annino Gargano, scaturisce dall’intensificazione dei servizi di controllo del territorio finalizzata proprio al più efficace contrasto del fenomeno dei furti di rame già oggetto di attenta analisi da parte dei vertici delle forze dell’ordine.
I protagonisti
Alla luce dei fatti accertati, il più giovane dei due, già gravato da altre segnalazioni per reati “predatori”, è stato arrestato mentre il suo complice è stato indagato a piede libero per furto aggravato in concorso. Gli stessi poliziotti sono stati altrettanto rapidi nel rinvenire tutti i cavi appena rubati nascosti in un deposito di proprietà di altri due brindisini anch’essi indagati in stato di libertà ma, in questo caso, per ricettazione. Dopo le formalità di rito il giovane arrestato è stato accompagnato presso la sua abitazione e sottoposto agli arresti domiciliari per restare a disposizione dell’autorità giudiziaria. Tutti i cavi rinvenuti e recuperati sono stati restituiti al legittimo proprietario. Quello dei furti di rame resta ancora un fenomeno molto diffuso sebbene anche molto pericoloso per chi decide di metterli in atto. I furti spesso vengono perpetrati lungo i binari ferroviari o all’interno di centraline elettriche tutto questo a rischio della vita. Non solo, il furto del rame prelevato dai cavi elettrici provoca anche numerosi disagi a chi li subisce. Non è inusuale che proprio a causa dei furti lungo la rete ferroviaria i treni vengano bloccati o le corse subiscano importanti ritardi. Altrettanto si può dire per le società di energia che a causa dei furti sono costrette ad interrompere le forniture sino a ripristino delle centraline. Oggi il rame, che viene definito “l’oro rosso”, alimenta un vasto mercato clandestino dove arriva a fruttare sino a 15 euro al chilogrammo.