Cittadella della ricerca di Brindisi: tra sogni infranti e progetti di recupero falliti

La Cittadella della ricerca abbandonata al degrado
La Cittadella della ricerca abbandonata al degrado
di Oronzo MARTUCCI
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Venerdì 1 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:26

Ci sono circa 200 lavoratori che quotidianamente raggiungono la Cittadella della ricerca per svolgere le loro incombenze professionali, a volte di alto livello nel settore delle tecnologie e della ricerca, come nel caso dei ricercatori dell’Enea, del Cetma, del Distretto tecnologico aerospaziale e di aziende private, oltre ad alcuni docenti universitari del corso di laurea in Ingegneria e dell’Istituto tecnico superiore (Its) dell’aerospazio. E insieme a loro un centinaio e più di studenti. Eppure appena si entra in quel comprensorio, di proprietà della Provincia, si ha l’immagine del degrado, un degrado che cresce ogni giorno di più a causa dell’assenza di ogni tipo di progetto di recupero e nonostante ci sia chi continua a investire in quell’area e chiede all’ente proprietario di ottenere locali in fitto, a volte accollandosi parte delle spese di recupero dell’immobile. “Lasciate ogni speranza voi ch’ entrate”, si potrebbe scrivere all’ingresso della Cittadella, un comprensorio che occupa una superficie complessiva di circa 21,3 ettari, con superfici coperte per circa 4, 6 ettari. L’area è tipizzata nel Prg del Comune di Brindisi quale Zona F1, ovvero destinata “ad attività di ricerca e di produzione”. “All’interno del comprensorio ci sono due campi da tennis completi di spogliatoi; una foresteria dotata di 160 posti letto suddivisi in 80 stanze (tra cui 16 suite, completamente arredate, dotate di angolo cottura); un bar con tabaccheria; una mensa con 250 posti a sedere e un auditorium/aula congressuale da 250 posti a sedere, dotato di cabine per la traduzione simultanea”. E’ questa la descrizione della Cittadella che si può leggere in una delibera, la numero 367, della giunta regionale dell’8 marzo 2021, laddove l'esecutivo in risposta ad una richiesta avanzata dalla Provincia per ottenere la riqualificazione del comprensorio sottolinea le molteplici opportunità esistenti.

Il “passaggio” alla Regione

“Appare, dunque, opportuno per l’Amministrazione regionale”, si legge nella delibera, “in accoglimento della proposta presentata dalla Provincia di Brindisi, avviare un percorso di valorizzazione della Cittadella della ricerca di Brindisi subordinandolo, tuttavia, ad una attenta valutazione degli esiti di un approfondito studio di fattibilità, finalizzato a garantire l’efficacia e la sostenibilità dell’operazione, che provveda in particolare: alla verifica della coerenza dell’iniziativa con la programmazione regionale; alla definizione del modello gestorio e relativa durata con specifica determinazione delle finalità da conseguire, degli obblighi e dei diritti delle parti; alla definizione di un dettagliato piano economico-finanziario di gestione che ne evidenzi l’impatto organizzativo e finanziario sugli assetti della Regione Puglia; alla definizione di un piano di investimenti e relative fonti di finanziamento occorrenti per l’ottimale recupero del complesso di immobili presenti nel comprensorio in modo da destinarli agli scopi indicati in premessa, previa ricognizione circa le condizioni manutentive attuali degli stessi.

Alla realizzazione delle suddette attività provvederà l’Agenzia regionale per le tecnologie e l’innovazione (Arti), agenzia strumentale strategica della Regione, nell’ambito delle ordinarie attività di supporto tecnicoscientifico al dipartimento Sviluppo economico. Con successiva deliberazione della giunta regionale si provvederà a prendere atto degli esiti dello studio di fattibilità ed alle conseguenti determinazioni”.

La speranza nel bando dell'Agenzia per la coesione

Nessuna indicazione contenuta in delibera ha sortito effetti, anche perché nel settembre 2021 la pubblicazione di un avviso dell’Agenzia per la coesione territoriale che metteva a disposizione 350 milioni di euro per riqualificare ecosistemi dell’innovazione in aree degradate del Mezzogiorno ha fatto pensare che quella potesse essere la strada giusta. Poi, il 27 giugno scorso, la pubblicazione della graduatoria dei partecipanti all’Avviso ha visto premiare 27 proposte. Quella presentata dall’Enea come capofila per la Cittadella di Brindisi si è classificata al 66imo posto, con alcuna possibilità di ottenere finanziamenti.

L'ennesima delusione

Così si ritorna all’origine, al degrado, all’idea di un luogo infernale nonostante le eccellenze professionali che operano all’interno del comprensorio, alla mancanza di speranza, al disincanto che davvero non lascia immaginare un recupero funzionale. All’interno del comprensorio dal febbraio 2017 si accede senza che vi sia neppure un guardiano che possa fare finta di chiedere al visitatore qual è la destinazione, con strade che sono un colabrodo, con cumuli di immondizia ad ogni incrocio, con pali divelti e lasciati per terra. Con erbacce che sono un pericolo anche in caso di incendio. Con un bar (posto al piano terra della foresteria) il cui gestore ha resistito sino all’esplosione del Covid e con una foresteria abbandonata da più di 10 anni. Il servizio fotografico del collega Massimiliano Frigione mette in mostra molti particolari del degrado galoppante che si presenta quotidianamente agli occhi di chi raggiunge la Cittadella. E ricorda gli investimenti effettuati per realizzare la sede universitaria, la sala convegni e tante altre strutture. Ma ogni tentativo di recupero è stato un fallimento. Basti ricordare l’Avviso per finanziare gli ecosistemi per l’innovazione e il tentativo precedente descritto nella delibera della giunta regionale dell’8 marzo 2021. E un altro precedente finito male si ebbe nel 2018 quando la Cittadella fu candidata dalla Regione per ospitare un Centro di ricerca dell’Enea sulla fusione nucleare (un investimento di circa 500 milioni di euro e 1.800 posti di lavoro). La candidatura di Brindisi fu sopravanzata da Frascati, dove si sta effettuando l’investimento, proprio a causa della condizione di degrado in cui erano gli immobili della Cittadella.

Dai fasti del passato all'abbandono

Eppure vi è chi ricorda ancora nel 1988 l’inaugurazione all’interno della Cittadella del Pastis-Cnrsm (Parco scientifico e tecnologico ionico salentino e Centro nazionale per lo studio dei materiali) con la partecipazione del ministro della Ricerca Antonio Ruberti. Con il passare degli anni però qualche scelta di gestione poco avveduta, un cambiamento di equilibri istituzionali e politici e un rapporto diverso tra ricerca e industria (con il bisogno di trasferimento tecnologico non solo di ricerca pura) hanno portato alla liquidazione del Pastis-Cnsrm, con atto del 20 novembre 2003. Negli anni successivi le difficoltà hanno aggredito non solo in Consorzio di ricerca, ma anche il contenitore. Nel quale resistono quei valorosi che giorno dopo giorno devono raggiungerlo per motivi di lavoro.

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