Da sindacati, associazioni e Ordini di professionisti della salute, undici proposte per salvare la sanità dal collasso

L'ospedale "Perrino" di Brindisi
L'ospedale "Perrino" di Brindisi
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Mercoledì 19 Luglio 2023, 05:00

Undici proposte per provare a mettere ordine in una sanità, quella brindisina, in piena crisi ed ormai vicinissima al collasso. A presentarle, venerdì mattina alle 10 in conferenza stampa presso il nuovo Mediaporto di Brindisi, una serie di associazioni, sindacati e Ordini professionali tra le quali spiccano Cittadinanza Attiva, Tribunale dell’ammalato, Associazione di volontariato socio-assistenziale di Federspev, Anaao Assomed (sindacato di medici e dirigenti sanitari italiani), Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani, Cgil, Cisl e Uil aziendali, Medicina Democratica, Ordine degli infermieri e il sindacato medici Cimo.

Le idee per affrontare la crisi

Sono undici, come detto, le proposte per invertire la tendenza della sanità a Brindisi ma anche nel resto del Paese. A cominciare dalla necessità di destinare il 7,5 per cento del prodotto interno lordo al Fondo sanità nazionale. Le risorse per la sanità previste nel Documento di economia e finanza, infatti, secondo medici, infermieri, rianimatori ed altri professionisti del settore, che già oggi sono in diminuzione, si ridurranno al 6,2 per cento, comportando «tagli insostenibili per i cittadini e rischiando di mandare in dissesto anche le Regioni». Si prosegue con la necessità di promuovere un piano straordinario di assunzioni ed abolire il tetto per la spesa del personale imposto alle Regioni. Questo comporterebbe la possibilità di «ridurre fino ad eliminare il fenomeno dei gettonati, immettere stabilmente negli ospedali e sul territorio nuovi professionisti, favorendo l’impiego degli specializzandi e dei medici in formazione che per la Medicina generale e territoriale». E ancora: ridurre drasticamente le lista d’attesa migliorando i servizi per l’accesso ed utilizzando tutte le risorse straordinarie messe a disposizione; rinnovare il contratto del comparto sanitario e valorizzare in termini economici e sociali le figure più esposte, a cominciare da quelle dell’emergenza ed urgenza, migliorando l’organizzazione dei servizi. Al quinto punto c’è la necessità di utilizzare al meglio tutte le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per investire sulla digitalizzazione, sulla modernizzazione e l’efficacia del sistema sanitario nazionale. Al sesto, lo stop al decreto legge sull’autonomia differenziata, «perché questa come formula ad oggi aggraverebbe le diseguaglianze tra i territori». Ultimo punto su cui sarebbe necessario intervenire a livello nazionale è quello di accelerare la definizione dei decreti attuativi ed individuare risorse adeguate per dare concretezza alla legge sulla non autosufficienza.

Richieste d'intervento anche a livello locale

Dall’ottavo punto in poi, invece, si passa a questioni strettamente locali. Si comincia con la richiesta di interventi strutturali sull polo ospedaliero “Perrino” di Brindisi. Tramite i fondi del Pnrr, sarebbe opportuna «una ristrutturazione e riorganizzazione anche con l’acquisto di nuove tecnologie (robotica, eco laser, radiologia interventistica)». Dopo di che, va definito un piano di riorganizzazione dei presidi ospedalieri della provincia «con mission più specifiche per la loro capacità». E ancora: protocolli d’intesa certi e sicuri con le case di cura convenzionate per eventi straordinari o per abbattere le liste di attesa. Infine, all’ultimo punto la necessità di attuare la riforma della medicina di prossimità creando case di comunità, ospedali di comunità e Centrali operative territoriali «per dare risposte ai bisogni di salute delle persone e delle famiglie prendendo in carico le cronicità». In questo punto in particolare, sostengono sindacati medici, associazioni e Ordini professionali, «devono essere compresi investimenti per la cura e servizi del disagio mentale sempre più in crescita».

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