Trani punta sul green. La pubblica illuminazione della città si appresta a diventare più sicura, affidabile e rinnovabile con l’entrata in scena della City Green Light, società esterna che da oggi ne gestirà il servizio. Un cambio di passo che permetterà al Comune di riqualificare l’intero sistema di illuminazione pubblica. I vecchi corpi illuminanti saranno sostituiti con sorgenti led più efficienti e durature, con un risparmio energetico superiore al 70%. Si tratta di un progetto innovativo, cucito su misura alle esigenze della città, che va in più direzioni: dall’efficientamento energetico alla digitalizzazione.
L'abbattimento di consumi e costi
La Città, infatti, non solo vedrà un abbattimento dei consumi di circa due milioni e mezzo di kWh all’anno ma sarà protagonista di un’attività di mappatura e analisi del livello di digitalizzazione dei servizi urbani utile a guidare i processi di transizione digitale, energetica e ecologica in atto. Circa tre milioni di euro di investimenti messi in campo nel giro di otto mesi che comprenderanno anche la riqualificazione di linee ammalorate, 150 sostegni, 70 quadri elettrici di distribuzione circa con spromiscuamento rispetto alla distribuzione e ulteriori cento mila euro di investimenti per la valorizzazione del patrimonio architettonico cittadino. «Siamo felici di accompagnare il Comune di Trani in un progetto così importante che garantirà alla città un’illuminazione più efficace ed efficiente e con un’importante svolta in termini di sostenibilità ambientale» ha spiegato Christian Valerio, business unit director Southern Italy di City Green Light. «La luce – prosegue Valerio - sarà utilizzata come, dove e quando serve e, grazie ai sistemi di telecontrollo, digitalizzeremo il servizio per renderlo più efficace e sicuro».
L’Amet, azienda di servizi che collabora con la città di Trani, cede ora il passo alla City Green Light per l’illuminazione urbana. «L’interesse economico delle società – ha spiegato Bottaro - nel realizzare un progetto del genere sta nel riuscire a portarlo a termine in breve tempo, dai sei a dodici mesi. Questo può farlo solo una società che ha grandi disponibilità economiche e possibilità di attingere risorse umane e Amet non era in grado di poter realizzare tutto questo. Seppur rappresenti per me un grande dispiacere, non può pesare sulle tasche dei cittadini».
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