Ofanto, campagne allagate e danni. E' polemica: «Colpa della mancata manutenzione»

Ofanto, campagne allagate e danni. E' polemica: «Colpa della mancata manutenzione»
di Alba DE PALO
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Sabato 28 Gennaio 2023, 17:30

Spuntano da un mare melmoso come fossero baluardi di sopravvivenza a piogge tanto impetuose quanto invadenti. Rami, attorcigliati e affusolati, segnati dal freddo improduttivo dell'inverno che sembrano abbracciati tra loro a resistenza di un letto di acqua miscelata a terra. Chiome macchiate di linfa verdastra e a tratti rinsecchite - di alberi di ulivo e pesche che da ieri sembrano fantasmi. Perché i loro tronchi sono invisibili. A renderli evanescenti è stato l'acquazzone che nelle scorse 48 ore non ha dato tregua ingrossando il fiume Ofanto che non è uscito dagli argini, ma ha invaso terreni in cui affondano storiche radici.

La zona allagata


La zona allagata è definita tra contrade e ponti tra Canosa di Puglia e San Ferdinando di Puglia. Hanno nomi inconsueti ma ben noti a chi le frequenta: contrada Forno vecchio, Tavoletta, Pezza la pera e Sospiro, tutte rese inaccessibili per sicurezza. I ponti Tavoletta, Romano e quello autostradale a Canosa sono attenzionati.
«Avevamo predisposto già da giovedì sera che alcune vie e strade a ridosso di contrada Sospiro e Pezza la pera fossero delimitate da transenne: attendevamo l'arrivo copioso del fiume.

Tanto che la scorsa settimana avevamo già deciso di intervenire con una ordinanza firmata dal sindaco, Arianna Camporeale, che rendeva impossibile il transito da via Piantata in giù, verso il fiume. Abbiamo allertato anche le famiglie che risiedono in contrada Sospiro», spiega Fabio Capacchione assessore comunale all'agricoltura con delega alla protezione civile di San Ferdinando di Puglia che ha trascorso la giornata di ieri tra idrovore e cellulare. «Alcuni garage e tavernette sono stati sommersi spiega la giornata è stata infernale: l'abbiamo trascorsa all'aperto, al freddo e sotto la pioggia battente».

Le reazioni

«Fortunatamente non ci sono feriti, ma ettari ed ettari di uliveto e coltivazioni sono completamente immerse in acqua lì dove il fiume Ofanto è esondato. Un evento straordinario? Assolutamente no. Non sono state le pur abbondanti precipitazioni a provocare gli ingenti danni e distruggere il lavoro di tanti agricoltori della Bat, ma la sciatteria, l'incuria e la mancata manutenzione da parte della Regione Puglia». Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d'Italia
in Consiglio regionale pugliese, Francesco Ventola, dopo l'esondazione di ieri dell'Ofanto tra il Foggiano e la Bat. «So quello che dico - spiega - perché sia da sindaco di Canosa di Puglia sia da presidente della provincia Bat, quindi parliamo di circa 10 anni fa, in tutte le sedi istituzionali e in modo particolare quella regionale ho allertato tutti coloro che avrebbero dovuto procedere alla manutenzione dell'unico fiume pugliese». 

Il commissario 


Nelle campagne del paese uliveti, pescheti e coltivazioni di carciofo sono stati invasi da una grande quantità di acqua ma «fare una stima dei danni è impossibile oltre che prematuro», specifica e puntualizza: «Sparare cifre è scorretto e inutile». I livelli di guardia stabiliti per l'Ofanto sono ancora rispettati ma sono al limite e a monitorarli da due giorni - ci sono i volontari della protezione civile e della Misericordia. «Chiariamolo una volta per tutte: non c'è stata alcuna esondazione. Il fiume è uscito dall'alveo ed è normale con le piogge registrate nelle ultime ore. Gli argini - che sono stati alzati - hanno retto, stanno reggendo. Parlare di esondazione è sbagliato», specifica con tono piccato Elio Sannicandro, commissario straordinario al dissesto idrogeologico della Regione Puglia.


E continua: «Nell'area golenale del fiume ovvero quella di espansione a carattere demaniale, ci sono dei vigneti e quando temporali e acquazzoni si susseguono, si assiste a un allagamento. Di solito i fiumi, specie qui nel Sud Italia, sono poco più che rigagnoli. L'Ofanto, il Fortore hanno un letto largo 12- 13 al massimo 15 metri e nel periodo invernale si gonfiano provocando inondazioni di terreni e coltivazioni». La presenza di vigneti a ridosso del fiume è un problema? «Le aree golenali sono molto fertili replica e in teoria dovrebbero essere libere. La Provincia ha promosso un progetto di rinaturalizzazione dell'Ofanto e della sua foce per restituire loro l'aspetto originario. Da capire se quei vigneti possono stare lì». Se i livelli del fiume raggiungono il massimo consentito, potrebbe dipendere da una mancata manutenzione straordinaria? «La Regione stanzia risorse annuali, che oscillano tra i tre e i quattro milioni di euro, per la pulizia di fiumi e canali a cui sono delegati i Comuni», la risposta secca di Sannicandro e conclude: «La situazione è comunque sotto controllo».
 

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