Ragazzini morti in moto, scatta l'inchiesta. I genitori: «Sì alla festa patronale»

Ragazzini morti in moto, scatta l'inchiesta. I genitori: «Sì alla festa patronale»
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Domenica 30 Luglio 2023, 19:37 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 15:30


Un «desiderio», impastato da atroce nostalgia, da esaudire. Una richiesta per ricordare due vite che sono barbaramente finite troppo presto. «Vi comunichiamo il desiderio che la festa del nostro santo patrono Sabino si svolga regolarmente. Perché siamo convinti che il miglior modo per ricordare Antonio e Domenico sia quello di far vivere la festa patronale alla nostra comunità con gioia e serenità così come avrebbero fatto loro».

La lettera dei genitori

Poche parole che le famiglie di Domenico Di Nunno e Antonio Lovino, i due 17enni morti a Canosa di Puglia nell'incidente stradale avvenuto giovedì scorso, hanno racchiuso in una lettera stringata inviata al sindaco della città, Vito Malcangio.

Sono stati loro, col cuore lacerato dal dolore, a pensare alla comunità che dal giorno maledetto non li ha mai lasciati e li ha abbracciati per provare ad alleviare una sofferenza insopportabile. E così insieme, proprio come Antonio e Domenico, i genitori, i fratelli, gli zii dei due ragazzi hanno deciso di scrivere al primo cittadino per dire che «non avendo una data certa per la celebrazione del rito funebre» che si svolgerà nel palazzetto dello sport della città «e per evitare possibili coincidenze con la festa patronale che possano pregiudicarne lo svolgimento» vogliono che tutto venga vissuto come da tradizione.


Perché Canosa dedica a San Sabino il 31 luglio, 1 e 2 agosto e lo svolgimento delle esequie, con il lutto cittadino deciso dal sindaco, avrebbe in qualche modo intaccato le giornate festive. Che trascorreranno tra luminarie, processioni, bancarelle colorate e giostre chiassose ma con il pensiero offuscato e tormentato da una insostenibile amarezza.


L'incertezza su quando Antonio e Domenico torneranno tra le braccia di chi li ama è dettata anche dai tempi degli esami autoptici. Domani sarà conferito l'incarico per l'esecuzione delle autopsie al professore Antonio De Donno dell'istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari, così come disposto dal pm di Trani, Francesco Aiello che coordina le indagini degli agenti della Polizia locale. Gli accertamenti, i campionamenti, le analisi si svolgeranno tra martedì e mercoledì e nella relazione che il medico compilerà, saranno inseriti quei dettagli sfuggiti alla ispezione cadaverica. E che, insieme ai rilievi e alle verifiche tecniche che saranno compiute sulla scatola nera sequestrata, aiuteranno a decifrare quanto è successo all'incrocio tra la provinciale delle Salinelle e via Pozzillo all'ingresso del paese. Lì, il furgone e la moto si sono scontrate, incuneate per un istante funesto che ha fatto finire sull'asfalto i due ragazzi. Domenico è morto subito: troppo violento l'urto sulla strada consumata dal caldo. Antonio invece, è stato soccorso dal personale sanitario del 118 e portato in ospedale ad Andria: il suo cuore non ne ha voluto più sapere poco dopo il suo arrivo in pronto soccorso. Illeso invece il conducente del mezzo furgonato, un contadino 44enne originario di Barletta, che è stato iscritto come atto dovuto - nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta aperta per omicidio stradale dalla Procura. Le loro storie si sono intrecciate in modo disgraziato lasciando solo tanta sofferenza.

Il dolore sui social

«Dodo era, anzi è un ragazzo incredibilmente a modo, eccezionale, garbato, educatissimo, un genio a scuola, un lavoratore, un ragazzo dal cuore d'oro e di una bontà danimo che spesso latita nei ragazzi della sua età. La settimana scorsa è stato con me in negozio: è stato il regalo più bello che mi potesse fare prima di andarsene così», i pensieri affidati ai social di uno degli zii di Domenico. «Sento ancora il timbro della tua voce, vedo ancora il tuo farmi ombra, vedo e vediamo ancora tutto di te continua addolorato e fiero lo zio - ciao Domenico, sei il più forte di tutti».

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